L'ANALISI
17 Ottobre 2023 - 05:25
Il dottor Giampaolo Merlini
CREMONA - «L’amiloidosi è una malattia rara in cui proteine che hanno assunto una configurazione anomala formano fibrille amiloidi che si accumulano in vari tessuti e organi, causando talvolta disfunzioni, insufficienze organiche e la morte del soggetto». Questo è quello che tutti noi, leggendo oggi un prontuario medico, possiamo scoprire riguardo al disturbo tanto poco conosciuto quanto fatale. Quel che di certo in pochissimi sanno, però, è che se le vite di tantissimi pazienti affetti da amiloidosi sono state salvate è soprattutto grazie a un medico cremonese, oggi considerato forse il più grande luminare del settore.
Giampaolo Merlini si è laureato in Medicina e Chirurgia e si è specializzato in Ematologia e in Medicina di Laboratorio all’Università degli Studi di Pavia. La curiosità per le meraviglie della natura — rivela — gli è venuta dalle lunghe passeggiate nella campagna cremonese con lo zio Giulio. Ed è sui banchi di scuola che è nata la sua passione per la chimica.
È stato allievo di Jan Waldenström e Elliott Osserman, pionieri nello studio dell’amiloidosi sistemica. Ha fondato ed è stato direttore fino al 2016 del Centro di ricerca e cura delle amiloidosi sistemiche, del San Matteo di Pavia, è stato presidente della Società internazionale dell’amiloidosi dal 2005 al 2010 ed è attualmente presidente della Società italiana per l’amiloidosi.
Professore ordinario di Biochimica Clinica all’Università di Pavia, ha ricevuto diversi importanti premi. La International Society of Amyloidosis ha istituito in suo onore il Giampaolo Merlini Award e il primo a riceverlo è stato proprio lui.
Nei giorni scorsi è stato protagonista di ‘Standing on the shoulders of the giants’, podcast celebrativo dell’International Accademy of Clinical Hematology (IACH). Il Comitato direttivo scientifico dell’IACH ha infatti scelto i vincitori provenienti da diversi campi dell’ematologia clinica in base al corpus di lavoro di ciascun candidato, inclusa la qualità della ricerca, l’impatto clinico, i contributi educativi significativi e i risultati complessivi.
Dalla Svezia a Milano tra ospedali, laboratori e università, ma Merlini non ha mai dimenticato il Torrazzo. «Le mie radici cremonesi mi hanno sempre aiutato – racconta a La Provincia –. L’attenzione tipica cremonese al dettaglio e alla precisione, testimoniata dal nostro pionerismo per esempio nel mondo della liuteria, è stata fondamentale nel costruire il mio lavoro».
Una missione che va oltre i libri, tocca il cuore: «Ho dedicato i miei sforzi, oltreché allo studio e alla ricerca, anche e soprattutto alla creazione di una rete nazionale. Di fronte a malattie rare, la collaborazione fra colleghi è fondamentale per condividere esperienze cliniche e spunti e può essere decisiva per sviluppare la cura».
Poi, una tragedia personale è diventata speranza per molte persone: «Il presidente della Medusa Film perse la vita proprio a causa dell’amiloidosi. Da allora il produttore cinematografico Giampaolo Letta e la moglie decisero di finanziare un centro di ricerca ex nove e lavorare su una grande campagna di sensibilizzazione». Tanto è stato fatto sinora: «Era una malattia spesso nemmeno diagnosticata. Ora esistono numerosi farmaci che, addirittura, oltre a una vita normale possono far pensare anche a una totale guarigione. Ma – chiosa il professore –, il merito non è di Merlini. È stato un lavoro corale, di tantissime persone. E che continua».
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