L'ANALISI
12 Ottobre 2023 - 05:00
CREMONA - Se i disoccupati in Italia risultano poco meno di due milioni, di cui 800mila circa in età compresa tra i 15 e i 34 anni, sarebbero invece un milione gli addetti che le imprese non riescono a trovare. Praticamente un rapporto due a uno, che si conferma anche in provincia di Cremona: secondo l’ultimo studio della Cgia di Mestre, basato sull’indagine Excelsior condotta da Unioncamere, nel 2022 le entrate professionali previste nel Cremonese erano state 28.490 ma la difficoltà di reperimento è stata pari al 44,2%. Significa che solo il 55,8% delle figure cercate è stato effettivamente trovato: 15.897 entrate stimate, contro 12.593 che erano appunto previste ma non si sono poi concretizzate. Con questi numeri, Cremona si colloca al 30° posto nazionale per difficoltà di reperimento di figure professionali. In una classifica aperta da Bolzano dove la percentuale è del 52,5% e chiusa da Vibo Valentia dove invece la difficoltà delle imprese nel reperire risorse umane è al 31,7%.
Secondo la Cgia i più richiesti sarebbero saldatori ad arco elettrico e medici di Medicina generale (per entrambe le categorie difficoltà di repertimento all’81,3%), seguono ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni (80,5%). Non va meglio con gli intonacatori, che includono anche gli stuccatori, i decoratori e i cartongessisti, e con i dirigenti d’azienda, in primis di istituti scolastici privati e di strutture sanitarie private. Di questo primo blocco, in otto casi su dieci la ricerca dei datori di lavoro si tramuta in fallimento: si tratta di figure quasi introvabili. Ma altrettanto difficili da reperire sul mercato sono i meccanici collaudatori, gli infermieri e le ostetriche, i tecnici elettronici (installatore e manutentore hardware), i tappezzieri e i materassai, gli operai addetti a macchinari per la filatura e bobinatura, i saldatori e i tagliatori a fiamma, gli ingegneri elettronici, gli elettrotecnici e gli operai addetti ai telai meccanici per la tessitura e maglieria. Di questo secondo blocco, in 7 casi su 10 le richieste rimangono scoperte. E se al Nord si cercano soprattutto camerieri, commessi e addetti alle pulizie, al Sud la richiesta spesso inevasa si concentrerebbe prevalentemente sui muratori.
«Per contrastare il disallineamento tra scuola e lavoro – commenta il segretario della Cgia, Renato Mason – dobbiamo investire sull’orientamento, spiegando agli insegnati, alle famiglie e ai ragazzi che nella vita professionale ci si può affermare anche come lavoratori autonomi. Più in generale, comunque, bisogna ridare dignità al lavoro manuale, pagarlo di più e ricordare a tutti che gli istituti professionali e quelli tecnici non sono scuole di serie B, ma realtà che sono in grado di formare gli operai e i tecnici del futuro. Molti dei quali lavoreranno in camice bianco e in dotazione avranno strumentazioni tecnologiche dal valore di migliaia e migliaia di euro».
In provincia di Cremona Unioncamere ha previsto 2.610 entrate professionali entro il prossimo 31 ottobre e la percentuale più alta (36,4%) riguarda il settore degli operai specializzati, conduttori di impianti e macchine. Non solo: la prospettiva delineata nello studio contempla, fra ottobre e dicembre, che il numero di presunte assunzioni potrebbe invece salire a 6.620, con una preponderanza per il settore dei servizi (62,4%). Unioncamere segnala che la difficoltà di reperimento del personale è in media salita al 51% per le assunzioni programmate. Ha raggiunto il picco del 66,3% per gli operai.
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