L'ANALISI
07 Ottobre 2023 - 21:42
CASALMAGGIORE - Era animato da entusiasmo, il parroco-abate don Claudio Rubagotti, quando ha deciso di organizzare nell’Auditorium Giovanni Paolo II dell’Oratorio Giacomo Maffei un incontro pubblico per presentare i lavori che interessano e interesseranno il duomo di Santo Stefano. Sperava che ieri pomeriggio venisse un po’ di gente a mostrare interesse per l’intervento – assai corposo visto che alla fine impegnerà un milione e mezzo di euro —, ma così non è stato. Non si è arrivati alle venti persone e di queste diverse erano ‘addetti ai lavori’ e l’amarezza era visibile nella espressione del viso di don Claudio, ma anche nella sua introduzione.
«Il duomo non l’ho fatto io – ha detto –. Dovrebbe essere un simbolo della città e dovrebbe riguardare tutti, ma se questo non è condiviso... In più dovrei dire che chi viene qui deve fare il parroco, non occuparsi di edifici». Come dire insomma che tutta la comunità dovrebbe sentirsi coinvolta nel sostenere la tutela di un bene così importante. Don Rubagotti ha ringraziato in modo sentito don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni e attività culturali ecclesiastici, nonché membro del Comitato Cei (Conferenza Episcopale Italiana) per la valutazione dei progetti di intervento a favore dei Beni culturali ecclesiastici e dell’edilizia di culto. «Questa operazione – ha sottolineato don Rubagotti – è pagata per il 70 per cento dalla Cei».
Don Gaiardi ha confermato: «La Cei, tramite lo Stato italiano, dà una cifra cospicua. Ma in generale su Santo Stefano in questi decenni si è investito. Penso anche ai lavori del Palazzo Abbaziale, grazie agli ‘Emblematici maggiori’ della Cariplo: la diocesi quindici anni fa ha deciso di portare risorse per questa opera. Sempre con l’8 per mille, poi, è stato sistemato l’organo, con un contributo pari al 40 per cento. Nel 2012 il terremoto ha portato a una situazione di messa in sicurezza della lanterna, che ha subito una vera e propria rotazione. Sul duomo di Santo Stefano dirottiamo per i prossimi tre anni la maggior parte dei contributi che la diocesi riceve ogni anno, pari a 490mila euro. Teniamo presente che nella diocesi esistono 500 chiese e che a Casalmaggiore, per tre anni, arriveranno 330mila euro ogni anno». Gaiardi ha evidenziato che «i lavori sono tanti, complessi, affascinanti, ma hanno bisogno di tante attenzioni». Un elogio è andato alla Soprintendenza per la velocità nel disbrigo delle pratiche: «Davvero encomiabile».
Per il Comune erano presenti il sindaco Filippo Bongiovanni e il vice, Giovanni Leoni. È stato Leoni a parlare: «Credo che don Claudio abbia fatto bene a rilevare l’aspetto delle mancate presenze. Forse nelle province di Bergamo e Brescia le persone sono legate di più alla Chiesa. Forse è solo un momento così. Di certo, anche se demoralizzati dalle assenze, dobbiamo sempre andare avanti. Noi siamo felici di questo intervento, perché voi salvate la Storia della città».
È stato il geometra Stefano Busi a illustrare il progetto, dopo la proiezione di un video: «Anzitutto, un grazie a don Gianluca con cui abbiamo creato una sinergia importante e alla Soprintendenza. Il fabbricato è malato e necessita di interventi importanti. Nel 2012 vennero collocate delle cravatte per mettere in sicurezza i capitelli della lanterna che erano in fase di distacco. Adesso non si può più tergiversare perché il cappello della lanterna è staccato, sta su con la forza di gravità, e in caso di sisma potrebbe esserci un crollo. Ora però stiamo lavorando in sicurezza. Creeremo delle perforazioni di 3 centimetri dall’esterno e dall’interno, con resine e tiranti di metallo, per ancorare la costruzione creando una cintura. La stessa cosa verrà fatta al tamburo, che diventerà un corpo unico con la lanterna. Il tutto sarà invisibile». Il secondo step sarà il risanamento dei serramenti in legno del tamburo e la verifica dei vetri. Poi si smonterà il ponteggio da 52 metri, collaudato venerdì. Un terzo lotto di lavori, il più ingente, riguarda la copertura dell’intero Duomo. Per documentare lo stato di raccolta delle risorse necessarie, il grafico Marco Visioli ha creato un manifesto molto chiaro.
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