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L'ANALISI

Lavoro allo specchio: lo stipendio e i colleghi le variabili che contano

Bisogni, desideri e priorità al centro dello studio condotto da Maw nelle province lombarde

Giacomo Guglielmone

Email:

gguglielmone@laprovinciacr.it

06 Ottobre 2023 - 05:15

Lavoro allo specchio: lo stipendio e i colleghi le variabili che contano

CREMONA - È un quadro variegato quello che emerge, anche per la provincia di Cremona, dalla ricerca nazionale realizzata da MAW, l’agenzia per il lavoro e parte di W-Group, su un campione di oltre 1.000 lavoratori lombardi, con l’obiettivo di indagare bisogni, desideri e priorità dei lavoratori italiani e lombardi in un momento di grandi sfide per il settore, e per fornire alle imprese uno strumento utile ad affrontare l’incremento del mismatching tra domanda e offerta di lavoro.

In Lombardia soltanto il 34% dei lavoratori si dichiara pienamente soddisfatta della propria posizione lavorativa e circa il 55% si sente abbastanza apprezzato e stimato sul posto di lavoro.

IL NODO DEI SALARI


Sul posto di lavoro, i dipendenti lombardi mettono al primo posto l’avere uno stipendio adeguato (75%): a Cremona e a Como lo indica il 73%, a Milano il 72%, in Monza e Brianza l’83%, a Mantova il 65%, a Lodi il 100%, a Lecco l’81%, a Brescia il 72%, e a Bergamo il 74%. Oltre allo stipendio, a Bergamo, Brescia e Milano i lavoratori desiderano anche un bel clima lavorativo (57% per Bergamo, 58% per Brescia e Milano e per tutta la Lombardia), un ambiente confortevole (46% in Lombardia di cui 44% a Bergamo e Milano e 45% a Brescia), un luogo dove ci siano possibilità di crescita professionale (37% in generale, 39% a Bergamo, 35% a Brescia e 38% a Milano) e bassi livelli di stress (35% in Lombardia, 38% a Bergamo, 39% a Brescia, e solo il 24% a Milano) e dove i carichi di lavoro siano adeguati (36% per Lombardia, Bergamo e Brescia, 38% per Milano). Anche la vicinanza del lavoro a casa è un aspetto particolarmente importante per il 30% dei lavoratori bresciani, mentre l’unione del team lo è per il 34% dei bergamaschi e per i milanesi conta particolarmente l’autonomia sul posto di lavoro (35%). La carriera è molto importante per il 54% degli intervistati lombardi (la media nazionale è del 55%) ma, paragonata ad altri aspetti personali, si classifica al quarto posto dopo famiglia, realizzazione personale, e vita privata in generale. In particolare, a Milano e Bergamo la carriera conta molto per il 52% dei lavoratori mentre a Brescia per il 56%, in Monza-Brianza per il 53%, a Lecco solo per il 42%, a Mantova per ben il 58%, a Pavia per il 57%. Il picco più basso si registra a Como, dove la carriera conta molto solo per il 27% e quello più alto a Lodi dove i lavoratori che tengono molto alla carriera sono oltre il 60%.


I RAPPORTI UMANI

Sul lavoro sono fondamentali i rapporti umani, di cui i colleghi sono un pezzo insostituibile. Dalla ricerca MAW è emerso anche che il rapporto con i colleghi è tra le principali ragioni (34%) per cui i lavoratori decidono di restare nell’attuale posto di lavoro. Altre ragioni sono la vicinanza della sede di lavoro a casa (31%), il trovarsi bene con il proprio capo (15%). L’ambiente sui luoghi di lavoro, si sa, lo fanno le persone. Il rapporto con i propri colleghi è amichevole per il 49% dei dipendenti lombardi, di fiducia per il 29% e stimolante per il 19%. Anche il rapporto con il proprio superiore è determinante per sentirsi a proprio agio sul posto di lavoro.

In generale si registrano rapporti positivi con questa figura apicale, per il 38% è di fiducia e amichevole, anche se c’è 30% che lo considera migliorabile e una minoranza (15%) che lo definisce impegnativo. A Brescia e Bergamo il rapporto con il capo è principalmente di fiducia (39% e 45%), amichevole (37% 36%), migliorabile (31% e 32%) e stimolante (22% e 19%). Stessa situazione a Milano, dove però si aggiunge un 22% che dichiara di avere un rapporto distaccato con il proprio capo. Sono poi state individuate le migliori caratteristiche che un leader dovrebbe avere: compare al primo posto il saper ascoltare (51%), seguito dall’essere in grado di valorizzare i talenti (34%), dalla capacità di dare fiducia (31%), e dal saper stimolare il lavoro in team. Quasi sette lombardi su dieci non hanno lasciato il loro ‘miglior’ datore di lavoro, ovvero colui o colei che incarnava tutte queste caratteristiche.

CAMBIARE IL 'POSTO'


I lavoratori lombardi che hanno deciso di cambiare lavoro almeno una volta nel corso della sua vita professionale (56%), lo ha fatto perché si è sentito sfruttato (12%), non valorizzato o perché non si trovava bene con il proprio capo (entrambe al 10%) o per i carichi di lavoro eccessivi che non consentivano di avere un buon bilanciamento vita-lavoro (8%). A dichiararsi insoddisfatti della scelta compiuta è stato solo il 7%. Nell’indirizzare la scelta del cambio lavoro, la tipologia di contratto offerto ha contato per il 53%, la vicinanza a casa (50%), la flessibilità di orario (47%), la possibilità di fare carriera (38%).

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