L'ANALISI
02 Ottobre 2023 - 19:11
CREMONA - Nel 2022 le vittime ‘catturate’ in Rete sono state 8. Vittime giovanissime, sotto i 12 anni, in un caso di 9 anni. Ma ciò che un anno fa ha fatto risuonare l’allarme degli investigatori, è che gli otto casi denunciati alla Polizia postale erano stati scoperti dai genitori e non perché i figli si fossero confidati con mamma e papà. E, quindi, quei numeri potrebbero essere solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che per timore e pudore spesso non arriva alla denuncia.
Anche di questo si parlerà dalle 9.30 di domani al Teatro Filo, al convegno su ‘Baby gang e cyberbullismo: #Viteconnesse. Upgrade per non cadere nella rete’, rivolto agli studenti degli istituti superiori e dei licei, ideato e organizzato da Santo Canale, a Bergamo agente della polizia locale, a Cremona consigliere comunale dem, presidente della Commissione sicurezza, delegato del Sul.Pl (Sindacato unitario lavoratori polizia locale).
Dieci i relatori: Alberto Casarotti, sostituto commissario della polizia postale, coordinatore responsabile della sezione operativa per la sicurezza cibernetica; Alberto Battista, vice commissario della polizia locale di Bergamo; Marco Luciani, commissario capo della polizia locale di Milano. E ancora: Lara Ghirardi, sostituto procuratore della Procura presso il Tribunale per i minorenni di Brescia; don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano; Filomena Bianco, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale; Elena Bassi, orientatrice dell’Informagiovani del Comune; Maura Longari, funzionario assistente sociale della Prefettura; Gloria Molinari, assistente sanitaria di Ats Val Padana e Fabio Santini, educatore professionale Asst Cremona. Canale introdurrà i lavori; moderatore sarà il giornalista Giovanni Palisto. L’incontro è in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Cremona, di Regione Lombardia e della Provincia di Cremona.
Al convegno sarà proiettato un filmato di 13 minuti che racconta il dramma vissuto da una ragazza vittima di sexting, ovvero di aver mandato a un giovane conosciuto a una festa e del quale si era poi innamorata, alcune foto di lei a seno nudo, di lei completamente spogliata. Foto divenute virali. «Volevo morire», dice la vittima che dopo un anno ha trovato il coraggio di scrivere una mail alla Polizia Postale.
«Non abbiate soggezione della divisa. Denunciate: è la migliore cosa da fare», è l’accorato appello lanciato da Canale agli adolescenti che finiscono intrappolati nei pericoli della Rete. E i genitori? Il vecchio imperativo del genitore accorto, una volta era: «Non aprire agli sconosciuti». Quanti dei genitori di oggi sanno che il famigerato sconosciuto non bussa più alla porta di casa, ma se ne sta acquattato comodo e virtuale nella stanzetta del loro figlio? È fondamentale che mamma e papà tengano le antenne sempre dritte.
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