L'ANALISI
03 Ottobre 2023 - 05:25
Può una pesca ricostruire una relazione tra un uomo e una donna? Naturalmente no. Ma se la offrisse una bambina, la propria figlia, con l’intento di riappacificare? Può un’immagine tanto tenera ricostruire lacerazioni affettive? Potrebbe davvero funzionare? Non lo sa nemmeno Esselunga, il cui spot rimane sospeso, non avendo l’azienda gli obiettivi di un consultorio familiare.
E nel crudele dubbio rimaniamo noi, tutti quelli che sono stati attraversati brevemente dallo spot e dallo strascico di polemiche. Così proviamo a cercare esempi concreti, ad esempio tra le nostre conoscenze, di bambini che sono riusciti nell’immenso compito di far rimanere insieme i loro genitori, di far rifiorire l’amore. Ma nell’affrontare questa ricerca, statisticamente improba, ci rendiamo subito conto che essa accetta un’immane ingiustizia: attribuisce a un bambino la capacità di cura degli adulti. Non si è al mondo per crescere ma per far crescere i propri genitori.
«Cosa farai da grande?» .
«Farò innamorare di nuovo papà e mamma».
«E se non ci riesci?».
Pensate che responsabilità… La pubblicità fa il suo lavoro e attendersi che essa, mentre induce a fare scelte commerciali, spenda qualche istante per educare è, per la maggior parte delle volte, chiedere troppo. Non c’era però alcun divieto per proporre uno spot che mostrasse, sia pure nel contesto di un supermercato, una coppia capace di dire alla bambina, con convinzione unanime: non preoccuparti, anche se mamma e papà si separano, tu resti per noi fondamentale, non ti mancherà la pesca, come non ti mancherà la cura, il sostegno, l’amore. Perché se l’amore tra un uomo e una donna, come ammette lo spot, può avere un breve ciclo di vita, quello per un figlio deve avere fitte radici. È lì che si gioca la profondità e la maturità della relazione e rivela che l’essere figli assume valore se si è amati.
La genitorialità non è una faccenda di mero genere, di cromosomi che determinano l’essere femmine o maschi. È la capacità di assumersi il futuro. Di non scaricare sui figli le proprie responsabilità. Di non travolgerli, come spessissimo riportano le cronache, nei propri fallimenti sentimentali e non fare dei figli una trincea dove scannarsi, come russi e ucraini. Lo spot è di una dolcissima superficialità. Certo non più di altri. E sarebbe scivolato, come tanti altri, se la nostra politica, governo come opposizione, non avesse colto l’occasione per distrarsi momentaneamente dai problemi del paese. Un intervallo, una ricreazione, un trucco, un fuoco d’artificio con parole un po’ casuali, un po’ retoriche. Per fare sera, per andare a dormire con la sensazione d’aver fatto una battaglia. Perfettamente inutile. Così, probabilmente non Esselunga, ma tutti noi, forse, siamo alla frutta…
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