L'ANALISI
30 Settembre 2023 - 15:43
L’ex campione di ciclismo Francesco Moser e il folto pubblico nella sede dell’Avis di Casalmaggiore
CASALMAGGIORE - Francesco Moser, il grande campione di ciclismo, venerdì sera si è raccontato nella sala ‘Dionigi Braga’ dell’Avis di Casalmaggiore, ospite dell’Avis Pedale Casalasco. L’occasione è stata la presentazione del libro autobiografico ‘Francesco Moser — Un uomo, una bicicletta’. Prima di rispondere alle domande del giornalista Mauro Taino, Moser – che ha 72 anni ed è in forma splendida – è stato subissato di richieste di autografi sul suo volume da parte dei tanti appassionati presenti: una vera dimostrazione di stima e affetto nei confronti di uno sportivo che ha raggiunto tanti traguardi importanti: un Giro d’Italia, tre Parigi-Roubaix, due Giri di Lombardia, una Freccia Vallone, una Milano-Sanremo, oltre a un campionato del mondo su strada e uno su pista nell’inseguimento individuale. E tanto altro.
«A vent’anni mi hanno chiesto di diventare professionista – ha ricordato –, ho accettato e sono entrato nel ‘Bottegone’, con cui ho vinto una quarantina di corse. Non era facile entrare nel mondo dei professionisti. Nel ‘73 ho vinto una tappa del Giro e nel ‘75 sono andato al Tour e lì è iniziata la carriera vera». Quando ha vinto il Giro d’Italia, nel 1984, «è stata una liberazione, perché avevo fatto due volte il secondo posto e vinto tante tappe, prima». Moser ha parlato anche delle differenze fisiche dei corridori rispetto ad ora: «Io pesavo 77, 78 chili. Oggi sono tra i 62 e 65».
I ricordi sono andati alla conquista della maglia iridata, «in Venezuela, e non si capisce perché fossimo finiti lì, a dire il vero». Il racconto ha toccato anche il record dell’ora (la massima distanza percorsa in un’ora) che apparteneva da dodici anni a Eddy Merckx. Moser nell’84 portò il record a 51,151 km. Si è parlato anche della rivalità storica con Beppe Saronni: «Era un avversario difficile. Adesso queste rivalità, che all’epoca creavano molte discussioni, non interessano più». Moser ha parlato anche del ciclismo praticato dai bambini: «Non bisogna dare troppa importanza ai risultati in questi casi». Tanti i temi affrontati in una piacevole conversazione conclusa da un momento conviviale.
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