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IN PROVINCIA DI CREMONA

L’edilizia non si ferma e traina l’occupazione

Bene il secondo trimestre dell’anno e buone anche le prospettive per i prossimi tre mesi. Gli imprenditori si attendono risultati positivi grazie ai numerosi cantieri ancora in corso

La Provincia Redazione

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30 Settembre 2023 - 05:30

L’edilizia non si ferma e traina l’occupazione

CREMONA - In Lombardia come nel Cremonese, il settore dell’edilizia continua a crescere, contribuendo all’andamento positivo anche dell’occupazione, con una variazione degli addetti tra inizio e fine trimestre 2023 pari al +1,5%.
In estrema sintesi, è la fotografia del secondo trimestre dell’anno del comparto lombardo con un aumento del volume d’affari su base annua del +7,9% (era +10,1% nel primo trimestre). Buone anche le prospettive per i prossimi tre mesi: gli imprenditori si aspettano risultati ancora positivi grazie ai numerosi cantieri in corso.

L'ASSESSORE GUIDESI


«L’edilizia si conferma un comparto fondamentale dell’economia lombarda — afferma l’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi — . I numeri sono estremamente positivi, pur in una situazione generale contraddistinta da insidie e da una contingenza negativa. Parliamo di un settore, inoltre, in grado di creare nuove opportunità di lavoro, un dato significativo che migliora ulteriormente il numero già importante di occupati stabili in Lombardia. Come Regione Lombardia continueremo a sostenere concretamente il comparto con strumenti di supporto alla filiera, a progetti di economia circolare, all’efficientamento energetico e alla liquidità».

combo

Guido Guidesi e Giandomenico Auricchio


LE PROSPETTIVE


Tra le ulteriori note positive c’è l’aspetto della domanda pubblica. Ottimismo si riscontra infatti nel comparto delle commesse della pubblica amministrazione, in particolare per le infrastrutture (+4%), che dovrebbero beneficiare degli effetti del Pnrr. Pur in una situazione positiva, c’è tuttavia cautela per il futuro, in particolare per la domanda proveniente dal mercato privato, dove i saldi registrano valori negativi sia per le ristrutturazioni (-8%) che per i settori residenziale (-6%) e non residenziale (-4%). Rimane il rischio che l'esaurimento della spinta fornita dagli incentivi fiscali e il calo del mercato immobiliare, a seguito della crescita dei tassi di interesse, mettano il settore in difficoltà nel 2024.

IL NODO MANODOPERA

Nonostante il quadro positivo, sussistono difficoltà nel reperimento della manodopera, principale problema indicato dalle imprese in questo trimestre, citato da un terzo del campione (34%). Percentuali inferiori invece per il costo dei materiali (25%), la burocrazia eccessiva (9%) e l’accesso al credito (6%).


IL PRESIDENTE AURICCHIO

«L’edilizia continua a sostenere l’economia lombarda — commenta Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia — in una situazione congiunturale non facile con il Pil e la produzione industriale che segnano il passo. Il settore si conferma strategico nel garantire la tenuta del mercato del lavoro: le imprese edili esprimono infatti un forte fabbisogno occupazionale e faticano a soddisfarlo. Ridurre questo divario tra domanda e offerta di lavoro è uno degli obiettivi».

IL PRESIDENTE ANCE


«Il mercato si sta riconfigurando — commenta Tiziano Pavoni, presidente di Ance Lombardia — e i dati confermano il forte segnale di difficoltà da parte delle imprese edili di reperimento della manodopera, oltre alla problematica del costo dei materiali insieme alla formazione di giovani e di nuove figure. Proprio la formazione sarà tema centrale sia per provvedere al ricambio generazionale, sia per mantenere le imprese competitive all'interno di un mercato dinamico e innovativo. Il mercato si sta rimodulando alla luce del venir meno dei bonus e dell’aumento dei tassi di interesse: i prossimi mesi saranno fondamentali per capire se il settore continuerà a essere un traino per l’economia o se, invece, ci saranno significativi impatti sulla situazione economica regionale e nazionale».

CASA ZERO AL GOVERNO

Il comitato Quelli che aspettano Casa Zero ha formulato alcune richieste al ministero dello Sviluppo economico per chi si è rivolto ad un general contractor, scegliendo anche lo sconto in fattura. «Chiediamo che si tenga conto dell’impatto delle indagini e dei sequestri eseguiti sui beni di Casa Zero — affermano i membri del comitato – negli interessi legittimi dei committenti, concedendo un congruo lasso di tempo per concludere, o avviare, i lavori per i quali era stato comunicato l’inizio, ma che non sono mai partiti o mai si sono conclusi per via delle azioni di indagine preliminare da parte degli organi di polizia giudiziaria e della Procura. Tutto questo, a prescindere dal raggiungimento del 30% dello stato di avanzamento al 30 settembre 2022».

Ma non è questa l’unica richiesta del comitato, che rappresenta più di 600 aderenti: «Chiediamo inoltre che la responsabilità in solido dei beneficiari e committenti sia limitata alle sole ipotesi di dolo o di colpa grave, perlomeno in presenza di cessione del credito originata da sconto in fattura».

Le due richieste sono motivate dal fatto che i beneficiari dei crediti non erano consapevoli della presentazione della documentazione delle modalità di generazione del credito. I contribuenti, infatti, non hanno ricevuto notifica né dell’emissione delle fatture ne del deposito dell’asseverazione all’Enea e neppure dell’operato del professionista fiscale, che ha apposto il visto di conformità. I soggetti loro malgrado coinvolti, tra cui una sessantina di famiglie residenti nel Cremasco, chiedono quindi di essere tutelati in quanto singoli contribuenti, vittime di truffa da parte di Casa Zero. Grazie allo sconto in fattura, Casa Zero favoriva il passaggio dei crediti dai cassetti fiscali dei contribuenti alle imprese, all’insaputa dei primi. Dopo l’emissione della fattura un asseverazione, redigeva la dichiarazione sostitutiva di atto notorio, asseverando i lavori come eseguiti. I committenti, però, con i lavori fermi, non hanno superato il vincolo del 30 per cento della realizzazione degli interventi entro il 30 settembre del 2022. Ed è questo il motivo per il quale ora rischiano che l’Agenzia delle Entrate possa rivalersi su di loro a livello economico.

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