Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

L'ANALISI

La ripartenza del lavoro, Guidesi: «La Lombardia resta il motore d’Europa»

L'assessore regionale allo Sviluppo Economico: «Previsioni negative, ma il nostro modello è resiliente: la qualità sarà determinante, pronti a sostenere il sistema»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

08 Settembre 2023 - 05:25

La ripartenza del lavoro, Guidesi: «La Lombardia resta il motore d’Europa»

L'assessore Guido Guidesi

CREMONA - Un trimestre che non si annuncia facile e con l’economia in frenata. Ma la Lombardia, assicura l’assessore alle Attività produttive Guido Guidesi, ha i numeri e le caratteristiche per restare in sella.

Da industriali, artigiani e commercianti cremonesi, nei giorni scorsi sono state sollevate una serie di preoccupazioni, com’è la situazione?

«Rispetto alle previsioni negative abbiamo dei dati che ancora una volta dimostrano che il nostro sistema è resiliente. La Lombardia regge, vedremo poi in quali termini. La nostra regione si dimostra comunque ben preparata nel parare il colpo dato dalle influenze esterne che ancora una volta sono estremamente negative. Il problema principale, almeno per il momento, ritengo sia la politica monetaria della Bce, che ha portato ad un rilevante aumento tassi interesse. Ciò ha costretto i nostri imprenditori ad essere cautelativi e porta a prorogare nel tempo gli investimenti programmati dalle aziende».

Meno investimenti significano uno stop anche all’innovazione?

«Sicuramente c’è questo rischio, al che il danno sarebbe duplice. Fermare la continuità della spesa che le imprese fanno per crescere, significa anche non dare loro la possibilità di innovare ovvero di anticipare i tempi. E ciò ne inficia la competitività internazionale: si perdono quote di mercato. Per innovare bisogna investire, ma serve la liquidità e non potervi accedere mette in difficoltà».

La difficoltà di accesso al credito a causa dell’aumento dei tessi di interesse, nei giorni scorsi indicate come principale problema da industriali e artigiani cremonesi, possono mettere in difficoltà anche le famiglie?

«Sono soprattutto i nuclei che hanno un mutuo a tasso variabile a risultare penalizzati, ciò limita i consumi e questo compromette inevitabilmente il sistema economico. La Bce attua un tipo di politica monetaria tradizionale pe contrastare l’infilazione, ma in questa fase le cause dell’aumento dei prezzi non sono quelle tradizionali, bensì la speculazione finanziaria e la guerra in Ucraina. Questa politica non sta così portando agli obiettivi sperati a medio termine. Io non dico che la ricetta sia sbagliata, non ho le competenze della Bce per dire queste cose, ma dico che, se la soluzione individuata si dimostra inefficace, bisogna mettere in campo un’alternativa. Penso ad un fondo di garanzia dell’Unione europea come avvenuto durante la pandemia, che permetta alle aziende di continuare ad accedere alla liquidità per proseguire negli investimenti programmati. Oggi a livello Ue vige un paradosso. Ci sono obiettivi condivisi da tutti i Peaesi membri, come la transizione energetica e la digitalizzazione, che hanno bisogno di investimenti. Risulta però evidente che questi ultimi abbiano una condizione: vanno finanziati. E in questo momento è complicato farlo. Si tratta di un paradosso che rallenta il raggiungimento degli obiettivi europei».

Quali sono le iniziative che il suo assessorato e in generale la Regione, stanno mettendo in campo di fronte a queste difficoltà?

«Negli ultimi mesi abbiamo dato il via ad un pacchetto di investimenti per gli impianti industriali e per le linee green. Sono due strumenti attivi che erano stati preceduti da altri provvedimenti per i quali le risorse sono andate poi terminando. Continuano invece il bando ‘Nuova impresa’ per chi inizia l’attività, e quello ‘Confidiamo sulla ripresa’, che rappresenta un aiuto proprio in termini di liquidità. Altre iniziative arriveranno entro la fine dell’anno. In particolare, ci sarà un nuovo strumento che riguarderà le filiere. Nel complesso, andiamo avanti convintamente nell’aiutare il settore economico».

Per andare incontro alle esigenze delle imprese cremonesi, a che punto siamo con le infrastrutture, penso all’autostrada Cremona Mantova, ma anche al potenziamento del traffico merci fluviale?

«C’è il chiaro nostro interesse per fare in modo che le infrastrutture di cui tanto si parla possano andare avanti. La richiesta di zona logistica speciale per Cremona è ancora in sospeso, ma è un’interlocuzione che stiamo portando avanti con il governo e per la quale sono ottimista. A livello generale, come assessorato allo Sviluppo economico pensiamo che uno dei maggiori benefici per l’attrattività di un territorio e di conseguenza per le aziende sia dettato da una funzionalità infrastrutturale che consenta di operare meglio e più sostenibilmente».

Nelle prossime settimane è atteso da vari appuntamenti del progetto ‘Lombardia. Regione per le imprese’, in cui si parlerà di temi relativi a tutti i settori dell’imprenditoria, quali gli obiettivi di questi incontri?

«Sono da sempre uno che crede molto nel confronto, da qui la scelta di dare vita a focus settoriali per industria, commercio e artigianato. Nei prossimi mesi, continueremo anche le visite aziendali, e poi con i tavoli territoriali, come già avvenuto negli ultimi due anni, da quando cioè mi occupo di questo ruolo. Gli obiettivi sono due, far conoscere gli strumenti che come Regione mettiamo a disposizione delle categorie economiche e soprattutto capire le esigenze di imprenditori, artigiani e commercianti».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400