L'ANALISI
29 Settembre 2023 - 19:15
CREMONA - L’allarme lo lancia il consigliere regionale Pd Matteo Piloni: «Che futuro dobbiamo aspettarci per il nuovo ospedale? Lunedì la Giunta lombarda ha all’ordine del giorno l’approvazione di una delibera sul riconoscimento di Dea di secondo livello al Carlo Poma di Mantova, una decisione che pregiudica fortemente il percorso per il medesimo riconoscimento al quale punta Cremona, attraverso la realizzazione del nuovo ospedale».
Immediata la mobilitazione delle istituzioni cremonesi con una mail già inviata al presidente della Regione Attilio Fontana e all’assessore Guido Bertolaso dal sindaco Gianluca Galimberti anche a nome dei presidenti di Provincia e Assemblea dei soci dell’Azienda sociale cremonese, Roberto Mariani.
Nel messaggio si chiede un incontro «per ulteriori aggiornamenti rispetto al percorso di riconoscimento del Dea di II livello per il presidio ospedaliero di Cremona anche alla luce delle ripetute rassicurazioni passate».
Ma a gettare immediatamente acqua sul fuoco delle polemiche è Luciano Pizzetti, tra i principali protagonisti che fin dall’inizio ha lavorato molto in tutte le sedi per la partita del nuovo ospedale: «Il dea di secondo livello a Mantova è cosa che già si sapeva dai tempi dell’assessorato Moratti. La notizia è largamente apparsa sulla stampa. Non rappresenta una novità. E non pregiudica affatto l’assegnazione a Cremona. L’attribuzione del dea di II livello a Cremona è in fase di definizione e la procedura verrà completata nelle prossime settimane. Potrei dire propedeutica e sintonica rispetto al nuovo ospedale. Con i cremonesi il presidente Fontana ha assunto impegni precisi, non derogabili».
Nel suo intervento Piloni si chiedeva: «Cosa sta succedendo? Perché questa decisione, a due settimane dalla scelta del progetto della nuova struttura? Chiedo pubblicamente al presidente Fontana di chiarire cosa ha in mente per Cremona e i cremonesi. Attualmente il DM 70 stabilisce elementi di territorialità e densità abitativa che escludono la possibilità che possa essere riconosciuto a Cremona, se già presente a Mantova e Brescia». Ma proprio questi elementi sono in via di riconfigurazione insieme a tutta la procedura.
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