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Nuovo ospedale, i dubbi: «Ecco perché serve ora»

L’Asst illustra la sua visione e declina i vantaggi: le fake news su costi e posti letto. Insediata la commissione che valuterà i 5 progetti finalisti: entro ottobre il vincitore

La Provincia Redazione

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13 Settembre 2023 - 17:59

Nuovo ospedale, i dubbi: «Ecco perché serve ora»

CREMONA - A sole 24 ore dalla consegna dei cinque progetti finalisti al concorso internazionale per la realizzazione del nuovo ospedale, la commissione giudicatrice presieduta dall’architetto Sandro Piadena si è insediata e subito riunita per il primo incontro ufficiale nella sala riunioni della direzione generale dell’Asst. In questo momento non è possibile conoscere i nomi degli autori né mostrare gli elaborati che verranno resi pubblici solo alla fine della procedura, entro la fine di ottobre, alla proclamazione del vincitore.

La commissione giudicatrice, presieduta dall’architetto Sandro Piadena (direttore dell’Unità Organizzativa Risorse Strutturali e Tecnologiche di Regione Lombardia) è composta da Paolo Danelli (Dap Studio Associati), Emilio Faroldi (professore ordinario e prorettore del Politecnico di Milano, designato dal Presidente di Regione Lombardia), Maurizio Ori (designato dall’Ordine degli Architetti di Cremona) e dall’ingegner Adriano Faciocchi (designato dall’Ordine degli Ingegneri di Cremona). All’incontro erano presenti anche Federica Pezzetti (responsabile Gestione operativa Asst di Cremona) e parte dello staff dell’unità operativa Nuovo Ospedale: Valentina Araldi, Elena Zanibelli e Donato Trioni.


«Ogni proposta progettuale – spiega Maurizio Bracchi (direttore Dipartimento innovazione, sostenibilità e aree di sviluppo strategico dell’Asst di Cremona) – si articola in una relazione illustrativa e tecnica, in elaborati grafici, ed è corredata dal calcolo sommario della spesa e dal quadro economico di progetto. In questa fase nessuno dei partecipanti conosce i nomi degli altri concorrenti. Anche la commissione giudicatrice è chiamata a valutare esclusivamente il materiale presentato dai concorrenti in forma anonima. Posso solo anticipare che tutti i finalisti godono di elevatissima autorevolezza nel panorama globale dell’architettura contemporanea. La commissione si riunirà di nuovo il 21 settembre».


Intanto, a fronte delle riserve illustrate dal comitato che si oppone alla realizzazione del nuovo polo e che ha presentato 2.000 firme, valutando anche gli interrogativi che salgono dalla politica e dai cittadini comuni, Asst ha provato a rispondere alle domande e ai dubbi più frequenti.

PERCHÈ IL NUOVO OSPEDALE? COSA NON VA NELL’ATTUALE?

«I problemi strutturali dell’attuale ospedale sono noti. Riguardano anzitutto l’enorme dispersione energetica, l’inadeguatezza tecnologico-impiantistica, la non rispondenza alle norme di sicurezza (antincendio e antisismica), la cronica inefficienza del sistema di riscaldamento e raffrescamento. Basta pensare, ad esempio, a tutti i serramenti in alluminio con apertura a ghigliottina ormai fuori norma e alle enormi vetrate da sostituire perché non sono antisfondamento. Stiamo parlando di quasi 4.000 finestre per una superficie di 11.000 metri quadrati».

NON SI POTEVA RISTRUTTURARE L’ESISTENTE?

«Per l’adeguamento della struttura esistente sarebbero serviti 195 milioni di euro e 15 anni di tempo per completare la necessaria riqualificazione. Con un problema oggettivo: in questo lunghissimo periodo i cantieri, inevitabilmente invasivi ed impattanti, determinerebbero forti disagi alle attività cliniche ed una inevitabile riduzione della produttività della struttura. Per costruire l’ospedale nuovo servono 285 milioni di euro ma il tempo stimato va dai 5 agli 8 anni. Adeguare significa tamponare i problemi senza certezza di risultato e aprire un cantiere perenne con un disagio prolungato per operatori e cittadini. Costruire un nuovo edificio significa risolvere i problemi esistenti, anticipare la sanità che verrà e creare le migliori condizioni per sviluppare percorsi di cura e nuove possibilità di integrazione con il territorio».

PERCHÈ NON SI PENSA DI ASSUMERE PERSONALE?


«Nell’organizzazione domestica siamo abituati a pensare ‘se rinuncio alle vacanze, con i soldi risparmiati posso pagare la babysitter’ oppure ‘se non cambio la macchina forse posso rifare il vecchio bagno’. Nei bilanci pubblici non funziona così, le voci di spesa sono nette e separate: i finanziamenti per i lavori strutturali non possono essere impiegati per assumere personale e viceversa. In sostanza, i soldi non possono essere spesi per fare cose diverse rispetto a quelle per cui sono stati stanziati. Un dettaglio per nulla scontato: se nel 2023 investo 285 milioni di euro in risorse umane, l’anno successivo e quello dopo e quello dopo ancora dovrò disporre della stessa cifra per pagare gli stipendi.
Questo, ovviamente, non accade per una spesa di investimento che non incide sul bilancio corrente: costruito l’ospedale, anzi, si ottiene l’abbattimento degli ingenti costi di manutenzione (oggi elevatissimi) necessari per il mantenimento in esercizio di una struttura gravemente inefficiente».

PERCHÉ CONSUMARE SUOLO PER REALIZZARE IL POLO?

«L’area dove costruire il nuovo ospedale esiste già, non va acquistata ed è accanto alla struttura attuale, in prossimità della pista dell’elisoccorso. Due i vantaggi principali: la viabilità non cambia; i lavori e il trasloco dal vecchio non comporteranno l’interruzione delle attività ordinarie. I costi di demolizione prevedono il recupero o lo smantellamento dei materiali di risulta e la realizzazione del ‘Parco della salute’, un nuovo polmone verde di 18,5 ettari a disposizione della città».

PERCHÉ PROPRIO ORA È NECESSARIO CAMBIARE?

«L’ospedale di Cremona è stato progettato e costruito negli anni ‘60, quando le esigenze sanitarie, le tecnologie e le pratiche cliniche erano completamente diverse. Ad esempio: lunghi ricoveri per interventi chirurgici che oggi vengono svolti in giornata (Day Hospital), o richiedono uno o due giorni di degenza al massimo, poi il paziente torna a casa».

PERCHÉ IL MAGGIORE NON È PIÙ FUNZIONALE?


«L’attuale distribuzione degli spazi non è più funzionale e rappresenta un limite organizzativo: lunghi corridoi, stanze a quattro posti con un unico bagno, camere operatorie indipendenti. Inoltre, lo sviluppo in verticale penalizza gli spostamenti intra-ospedalieri. Basta pensare alla linea di emergenza: pista Elisoccorso a pianto terra, Pronto soccorso al meno 1, Terapia intensiva al 7 piano e Radiologia, Stroke e Unità Coronarica nel mezzo. Non dimentichiamo che anche la logistica determina l’efficacia e la tempestività dei percorsi di cura».

DAVVERO SARANNO RIDOTTI I POSTI LETTO?


«Il nuovo ospedale sarà un edificio ecosostenibile e funzionale, ideato sul concetto di benessere di operatori, pazienti e visitatori, capace di mettere in relazione la qualità delle prestazioni, il comfort degli ambienti sanitari, gli spazi verdi con le persone. Avrà 554 posti letto (attualmente i posti letto attivi all’ospedale di Cremona sono 470) a cui si sommeranno 80 posti letto dislocati sul territorio (ospedali di comunità e degenza domiciliare): una sfida nella sfida».

NELLA SCELTA QUALE RUOLO HA AVUTO LA PANDEMIA?


Ha insegnato che è ora di cambiare e migliorare. Cremona è stata una delle città più colpite e l’ospedale per molti mesi ha dovuto trasformarsi di continuo per rispondere ad esigenze nuove e imprevedibili. L’esperienza ha insegnato che gli ospedali del futuro dovranno essere modulari e flessibili, in grado di adattarsi con facilità agli eventi prevedendo percorsi di cura sempre più interconnessi fra ospedale, territorio e cure domiciliari.

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Commenti all'articolo

  • 04973

    13 Settembre 2023 - 20:33

    Peccato che nella commissione non ci sia personale sanitario, infermieri, medici, OSS radiologi fisioterapisti che possono sicuramente dare utili consigli visto che sono le colonne portanti dell' assistenza e della cura.

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