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NEL CREMONESE

Fusione, referendum al via a San Daniele e a Pieve d’Olmi

Urne aperte nei due paesi fino alle 23. La consultazione sarà valida se l’affluenza supererà il quorum del 25%

Antonella Bodini

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redazione@laprovinciacr.it

24 Settembre 2023 - 10:01

Fusione, referendum al via a San Daniele e a Pieve d’Olmi

I Municipi di San Daniele Po e Pieve d'Olmi

SAN DANIELE PO/PIEVE D'OLMI - Il giorno del referendum è finalmente arrivato. Oggi i cittadini di Pieve d’Olmi e San Daniele Po sono chiamati ad esprimersi sulla fusione tra questi due comuni.

Un voto sicuramente epocale che potrebbe cambiare le sorti delle due comunità e potrebbe ridisegnare l’orizzonte territoriale.
Due i quesiti referendari e due le schede per votare: la prima, verde, porterà il primo quesito riguardante la volontà di fondere i due paesi in cui si dovrà rispondere ‘Sì’ o ‘No’. La seconda, gialla, porterà invece il quesito circa la scelta della denominazione del nuovo comune.

Al vaglio dei cittadini dei due paesi tre opzioni: San Daniele Po - Pieve d’Olmi, Pieve Ripa Po ed infine Pieve di Po.

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Affinché il referendum abbia validità servirà un quorum del 25% degli aventi diritto. Per Pieve d’Olmi tutti gli aventi diritto sono 1.116, per San Daniele Po sono 1.403 perché comprensivi degli iscritti all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero.

Per approvare la fusione è necessaria la vittoria del ‘Sì’ in entrambi i paesi. Saranno ammessi al referendum consultivo tutti i cittadini italiani maggiorenni non esclusi dall’elettorato attivo residenti nei due comuni alla data del 9 settembre 2023.

I seggi restano aperti fino alle 23. A Pieve d’Olmi ci sarà un seggio unico presso la casa della cultura, per San Daniele Po due sezioni allestite presso le ex scuole. Per poter esprimere il proprio voto il cittadino deve presentarsi nella propria sezione elettorale munito di documento di riconoscimento, non è necessaria la tessera elettorale.

In caso di vittoria del sì il nuovo comune verrebbe istituito ufficialmente dal 1° gennaio 2024, in caso di vittoria del no i due comuni rimarrebbero separati e un’eventuale richiesta di nuova fusione tra i due stessi comuni potrebbe essere presentata solo dopo un periodo di sette anni.

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