L'ANALISI
24 Settembre 2023 - 09:42
PALAZZO PIGNANO - Riprendono gli scavi archeologici nell’area della villa romana tardo antica, grazie ai fondi raccolti dal Comune, anche per merito della generosità di chi ha partecipato alle iniziative, come la serata di gala promossa dal Comune a fine maggio a villa Marazzi. Fondamentali la consueta collaborazione della Cattolica di Milano, la disponibilità del parroco don Achille Viviani, pronto a fornire supporto logistico. Il tutto sotto la supervisione della Soprintendenza, da anni a fianco delle campagne.
Anche per celebrare la ripresa delle ricerche, in programma da lunedì 2 ottobre e in occasione della settimana europea della cultura, ieri pomeriggio la pieve romanica di San Martino vescovo di Tours ha ospitato un convegno promosso dall’assessore alla Cultura Annalisa Crea. Tra gli ospiti, i protagonisti delle precedenti e della prossima campagna di scavi. Dopo il benvenuto del sindaco Giuseppe Dossena e l’intervento della stessa Crea, ha portato i saluti del soprintendente di Cremona Mantova e Lodi Giuseppe Barucca la sostituta Maria Luisa Ferrari.
Don Achille ha ricordato come «le indagini archeologiche rivestano una grande importanza, creando un legame tra passato e presente».
Tra il pubblico anche alcuni studenti e docenti dello Sraffa, compresa la dirigente scolastica Roberta Di Paolantonio. Il Comune e la scuola superiore di Crema hanno infatti stipulato un’intesa in base alla quale, a partire da ottobre, gli alunni delle classi terze, quarte e quinte si occuperanno dell’accoglienza e all’Antiquarium, alla pieve e agli scavi. Crea ha poi presentato i tre relatori, Nicoletta Cecchini , responsabile dell’area patrimonio archeologico della sopritendenza, Mirko Mattia della Statale di Milano e Davide Gorla della Cattolica meneghina. Cecchini ha ricordato le funzioni della villa tardo antica «composta da diversi edifici e organizzata in una zona residenziale e una collegata alla lavorazione dei prodotti della terra. Era un latifondo fiorente, una dimora lussuosa che raggiunse il massimo splendore nel quarto e quinto secolo dopo Cristo. C’erano grandi magazzini e zone riscaldate, usate come residenza. Prima della costruzione della pieve di San Martino, c’era un edificio a pianta circolare adibito a culto. Quando nel sesto e settimo secolo dopo Cristo la villa andò in rovina, lasciò il posto a un villaggio di capanne».
La conferenza ha analizzato nel dettaglio le tombe di quella fase, ritrovate nell’area archeologica da precedenti scavi, sempre portati avanti dalla Cattolica, compresi quelli del 2021 sotto il pavimento della pieve, in occasione della riqualificazione. Sepolture per lo più prive di corredo, ma per una di queste, la tomba di un bambino, grazie al test del carbonio 14 è stato possibile stabilire la datazione. Il piccolo era morto intorno al 700-750 dopo Cristo. Gorla ha invece ricordato come dagli scavi delle scorse campagne sia emerso che antecedenti alla villa latifondo, che la tradizione popolare e religiosa vuole appartenesse alla nobile Melania, poi fatta santa dalla Chiesa, c’erano già insediamenti, databili all’epoca imperiale, tra il primo e il secondo secolo dopo Cristo.
Oggi l’area degli scavi sarà aperta al pubblico in via straordinaria dalle 10 alle 18. «Eventi come questi sono fondamentali per consentire la conoscenza del patrimonio, specialmente in una fase in cui, per carenza di personale, non possiamo come Soprintendenza garantire l’accesso costante all’Antiquarium e al complesso archeologico», ha sottolineato Ferrari. «Domenica prossima — ha annunciato Crea — proprio per inaugurare la nuova campagna mensile di scavi archeologici, si terrà un evento: ‘Un accampamento romano a Palazzo Pignano’ in collaborazione con l’ associazione Legionari pretoriani».
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