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VIADANA. IL LUTTO

Morto Anghinelli, l’archeologo della città

Sergio aveva 85 anni e col fratello Antonio, scomparso nel 2019, avviò molte campagne di scavi

Nicola Barili

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redazione@laprovinciacr.it

22 Settembre 2023 - 18:52

Morto Anghinell, l’archeologo della città

Sergio e Antonio Anghinelli

VIADANA - È scomparso all'età di 85 anni Sergio Anghinelli, l'archeologo viadanese che insieme con il fratello maggiore Antonio, deceduto nel 2019, ha effettuato decine di scavi nei territori della Pianura padana, recuperando migliaia di antichissimi reperti. Il funerale si celebrerà domani in chiesa a Casaletto alle 15.30, dove la salma giungerà dalla Casa funeraria Roffia di Viadana, e poi la salma sarà tumulato nel cimitero di Viadana.

«A nome dell'amministrazione comunale esprimo profondo cordoglio per la scomparsa dell'archeologo e studioso Sergio Anghinelli. Il territorio perde un punto di riferimento storico e culturale che tanto ha saputo dare con le sue ricerche e attività nei vari siti», dice il sindaco Nicola Cavatorta. Sugli scavi i due fratelli ci andavano in sella a una moto 125, sfrecciando sulle strade polverose di campagna l’uno aggrappato all'altro. Erano inseparabili, sin da ragazzi: nati e cresciuti a Casaletto, avevano seguito le orme paterne facendo i sarti, ma la loro passione era un'altra: la storia antica, maturata grazie all'amicizia con Giovanni Delfini, farmacista di Pomponesco, esperto di monete del passato e delle vicende dei Gonzaga.

Erano gli anni Sessanta, Antonio e Sergio si misero in testa di ripercorrere le gesta di monsignor Antonio Parazzi, che nell'Ottocento aveva rinvenuto reperti archeologici setacciando le campagne tra Mantova e Cremona (a lui è dedicato il Museo Civico di Viadana). Entrano in azione, scavano e rinvengono reperti di età preistorica e romana, compilano relazione su relazione e le inviano alla Soprintendenza archeologica della Lombardia, mentre i reperti finiscono nel museo viadanese.

Nel 1974 la Soprintendenza esorta Antonio e Sergio ad allargare le ricerche e loro pochi giorni dopo individuano un insediamento nel Neolitico a Belforte di Gazzuolo. I due fratelli vengono nominati ispettori onorari della Soprintendenza e nel 1980 lasciano il lavoro da sarti per dedicarsi completamente all'archeologia, collezionando più di 160 campagne di scavo. Quando smettono di scavare («Non siamo più abbastanza giovani», dicono) continuano a scrivere, pubblicando più di 60 testi di archeologia che contengono i disegni di Sergio, riproduzioni dettagliatissime dei reparti trovati, oltre 12mila tavole illustrate. Tengono conferenze, collaborano con università, diventano protagonisti di documentari e mostre a loro dedicate nel territorio dell'Oglio Po. Ci piace pensare che Sergio ora possa ricongiungersi all'inseparabile fratello Antonio e insieme, ovunque siano, continuino appassionatamente a scavare per riportare alla luce il passato.

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