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Alzheimer: «Sulle liste d’attesa la risposta è rapida»

Sempre più strumenti per aiutare i pazienti e la prevenzione risulta fondamentale. Censori: «In futuro potrebbero salire i casi». Villani: «Importante la diagnosi precoce»

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

21 Settembre 2023 - 05:20

Alzheimer: «Sulle liste d’attesa la risposta è rapida»

CREMONA - Calcolare con precisione quanti siano i malati di Alzheimer in provincia non è possibile, perché non esiste un registro unico e molto spesso la patologia non viene diagnosticata prima di svariati mesi di accertamenti, ma secondo l’ultima stima di Ats Val Padana in ambito cremonese (Cremasco escluso) i casi di demenza registrati al 31 dicembre scorso riguarderebbero 3.150 over 65. E, fra questi, il 55% sarebbe da ricondurre proprio all’Alzheimer.

Bruno Censori


Bruno Censori, direttore dell’Unità operativa di Neurologia dell’ospedale di Cremona, spiega che in base all’attività del Centro disturbi cognitivi e demenze non ha percezione di un incremento dei casi locali rispetto al passato: «Mentre per altre patologie neurologiche come parkinson, ictus ed epilessia ci sono discrete liste di attesa per le visite di controllo, per l’Alzheimer riusciamo a rispondere abbastanza rapidamente. Visto l’aumento dell’età della popolazione, però, si può verosimilmente ipotizzare un incremento di casi nei prossimi anni. A bilanciare il fattore demografico può essere la prevenzione: si ritiene infatti che circa un terzo dei casi possa essere prevenuto curando i fattori di rischio, in primis quelli cardiovascolari. Incidono anche depressioni, traumi cranici, istruzione bassa, isolamento sociale. Eccetto la diagnosi, a oggi l’assistenza ai malati di Alzheimer e per lo più extraospedaliera. Ma credo che con l’avvento di terapie sempre più efficaci anche gli ospedali saranno maggiormente coinvolti».

Daniele Villani


Daniele Villani, responsabile del Centro per il deterioramento cognitivo e le demenze e dell’ambulatorio di Neuropsicologia della casa di cura Figlie di San Camillo di Cremona, conferma: «La chiave sta nella prevenzione, perché contrariamente a quanto si tende a credere il fattore ereditario incide poco. I fattori di rischio sono invece obesità, ipertensione, sordità, diabete, fumo. E rientra nella prevenzione anche una maggiore sensibilità medica e sociale, che porti a diagnosi precoci, con il conseguente uso tempestivo di farmaci».

Per Villani, poi, è cruciale l’azione di aiuto sulle famiglie: «Anche e soprattutto a livello economico, perché prendersi cura di un malato di Alzheimer diventa un costo pesante sia che ci si affidi a un istituto o a figure al domicilio. Servono finanziamenti ad hoc». Intanto, a Cremona, l’Aima (Associaizone italiana malattia di Alzheimer) continua a sensibilizzare e dare informazioni sul tema. Lo farà anche oggi con un open day, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, presso il centro ‘Alzheimer Caffé Loriana Poli’ di via Fabio Filzi.

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