L'ANALISI
SCUOLA: STRETTA SULLA DISCIPLINA
21 Settembre 2023 - 05:00
CREMONA - È stretta sulla disciplina. E fa discutere la bozza del decreto che introduce la pratica di lavori socialmente utili come ‘rieducazione’ per gli studenti sospesi da scuola, oppure prevede che con 6 in condotta non ci sia la promozione, ma l’esame a settembre in educazione civica, anche se il sei presuppone nella scala di valutazione la promozione. Serviranno le misure approvate in Consiglio dei ministri a prevenire comportamenti fuori dalle regole? Gli studenti all’idea sorridono e con sano realismo fanno intendere che se una persona arriva ad avere 6 in condotta, anche il profitto non dovrebbe essere immacolato.
«Non credo che un debito in educazione civica possa fare da deterrente — commenta Leonardo Mazzola dell’Aselli —. Forse bisogna lavorare su altro, forse l’idea è che attraverso lo studio dell’educazione civica si possa costruire una maggiore consapevolezza civica. Ma mi lascia dubbioso. I lavori socialmente utili possono essere efficaci, essere sospesi e non fare niente può sembrare una vacanza». Davide Donnini si affida alla logica: «Ma se col 6 non si boccia, perché questo non vale nella condotta? — si chiede — È pur vero che per arrivare al 6 in condotta ce ne vuole, ma non credo che un debito in educazione civica sia un deterrente».
Emanuele Negri interviene: «Il problema è più complesso. Forse sarebbe il caso di lavorare sul rapporto insegnanti e studenti. Non si possono avere insegnanti come amici, ci vuole la giusta distanza, solo così si costruiscono relazioni equilibrate e piene di senso. Sei con debito e lavori socialmente utili non risolvono i problemi». Sofia Regonelli osserva: «Il 6 con debito in educazione civica non so quanto serva e poi la materia è trasversale alle varie discipline. I lavori socialmente utili per la sospensione possono aiutare a dare un senso all’allontanamento da scuola».
Victoria Stefanin dell’Einaudi: «Non so quanto possa essere efficace. Non credo che un debito a settembre possa far cambiare il modo di comportarsi». Dello stesso avviso è Carlotta Cuvato: «Non credo sia un deterrente il 6 in condotta con debito. Altra cosa è la questione legata ai lavori socialmente utili che in parte qui all’Einaudi, internamente, sono già in atto nel caso di sospensioni per motivi disciplinari».
Contrario Ilias Zaki del Pacioli: «Personalmente credo che non sia molto giusto che col 6 si debba avere un debito di educazione civica, visto che l’alunno non ha presentato lacune in quella materia. Il problema è il comportamento a scuola e non vedo una correlazione tra quello e un debito, che dovrebbe essere dato solo in base alle conoscenze dell’alunno nella materia. Il comportamento indisciplinato deve essere punito in altro modo. Sicuramente, i nostri insegnanti dovranno riflettere su come comportarsi di fronte ad una condotta da 6 o inferiore al 6». Dello stesso parere Mahmoud Sankoh, sempre del Pacioli: «Secondo me il 6 non deve comportare un debito in educazione civica. Questa materia trasversale aiuta a comprendere e capire diritti e doveri della convivenza civile. Potrebbe servire come forma rieducativa, ma non punitiva. Io credo che non vadano mischiati il profitto e la condotta».
Il concetto viene ribadito anche da Giulia Manenti, studentessa di quinta del Pacioli: «La nuova possibilità di assegnare un debito in educazione civica agli studenti con un voto in condotta pari a 6, ritengo che non sia del tutto corretto. Penso che ci sia una grande differenza tra la condotta e la materia di educazione civica. Infatti, la prima riguarda il comportamento di uno studente in classe durante le lezioni, compresi l’educazione e il rispetto verso gli altri; la seconda, invece, fa riferimento ai valori costituzionali e alla cittadinanza. Quindi, una persona studiosa potrebbe imparare perfettamente l’argomento previsto e allo stesso tempo essere irrispettosa delle regole e degli altri, Sarebbe più opportuno un provvedimento più concreto, ad esempio i lavori socialmente utili e non solamente qualcosa legato allo studio».
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