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MINORI E DISAGIO

‘Caso Boschetto’, i genitori: «I nostri figli non sono delinquenti»

La difesa dopo l’allarme lanciato dal parroco a messa e dal comitato di quartiere. Ieri il confronto e la decisione del don: l’oratorio non chiude, anzi resterà aperto di più

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

19 Settembre 2023 - 05:00

‘Caso Boschetto’, i genitori: «I nostri figli non sono delinquenti»

CREMONA - L’oratorio non chiude, anzi raddoppia, ampliando gli orari di apertura. È questo l’esito dell’incontro che si è tenuto ieri pomeriggio fra un gruppo di genitori e il parroco don Maurizio Ghilardi, che domenica durante la messa aveva lanciato un allarme forte parlando della possibilità di chiudere l’oratorio come soluzione estrema per interrompere «vandalismi, aggressioni verbali, turpiloqui e volgarità che continuiamo a sentire e che non ci consentono di tenere lì i bambini». Una soluzione estrema che, dunque, è stata rimossa dal tavolo, ma che è servita per arrivare a un chiarimento efficace.


«L’incontro — spiega don Ghilardi, che in mattinata aveva preferito non rilasciare dichiarazioni «per non gettare altra benzina sul fuoco» — è andato benissimo. Abbiamo parlato di una situazione che bisognava prendere in mano. I genitori sono stati estremamente disponibili e l’oratorio resterà aperto». La soluzione prevederebbe che a garantire una mano nella gestione dei turni e nella ‘sorveglianza’ affinché gli episodi denunciati dal sacerdote dal pulpito non si ripetano all’ombra del campanile di Santa Maria Annunciata siano proprio i genitori.

Don Maurizio Ghilardi

Annullata, dunque, la riunione del Consiglio pastorale prevista per oggi che avrebbe dovuto discutere della situazione: «Non ce n’è bisogno — spiega il don — , ho deciso io che l’oratorio resterà aperto». Un allarme, quello del parroco, che ha echeggiato quello lanciato dal Comitato di quartiere, secondo cui «la situazione di disagio dei residenti per le azioni teppistiche di adolescenti per le vie del quartiere ha raggiunto limiti molto preoccupanti». Una definizione, quella di ‘teppistelli’, da cui il parroco prende le distanze: «Mai definiti così, ci tengo a sottolinearlo».

E della necessità di «rispetto reciproco» parla una mamma che si è sentita chiamata in causa dal Comitato di quartiere e che ha contattato ‘La Provincia’ e poi nel pomeriggio ha preso parte all’incontro con il parroco: «Abbiamo saputo della situazione da chi ci ha riferito la predica del parroco, il quale in precedenza aveva sempre detto che l’oratorio era a rischio chiusura per la mancanza di volontari, non per i vandalismi. E noi più volte abbiamo chiesto un incontro al don per offrire la nostra disponibilità a fare i volontari. Purtroppo ci ha sempre risposto di non avere tempo per incontrarci. E mio figlio al Grest è stato anche picchiato. Il bar ingestibile? Non è così, ma se anche fosse stato il parroco avrebbe dovuto avvisare le famiglie. Tra l’altro noi avevamo chiesto di ampliare gli orari di apertura dell’oratorio proprio per offrire ai ragazzi spazi di socialità. E ci eravamo offerti come volontari». Ma ieri pomeriggio la riunione tanto attesa c’è stata.


La mamma poi lamenta «la mancata comunicazione fra adulti. Perché nessuno è mai venuto a bussare alla nostra porta per avvisarci o per riferirci il comportamento dei nostri figli? A casa mio figlio si comporta bene, ma come posso sapere se si comporta male fuori? Qui è stato saltato un passaggio: prima di lanciare l’allarme pubblicamente, magari il Comitato o qualche residente avrebbe potuto avvisare i genitori dei ragazzi che avrebbero preso sicuramente dei provvedimenti. Il Boschetto è un piccolo quartiere e non è normale venire messi alla gogna sui social — dove oltretutto vengono fatte circolare anche fake news — e segnati a dito, mentre nessuno si fa vivo con i genitori. Perché i genitori ci sono. Si cerca di far passare questi ragazzi come sbandati abbandonati da genitori assenti, ma non è così. Le famiglie ci sono e quando i figli si comportano male intervengono. Siamo noi che abbiamo la responsabilità di educarli: non i social, non i passanti. E invece nessuno è mai venuto a dirci nulla».

«Non solo - continua -: pretendiamo rispetto dai ragazzi e vogliamo che imparino il valore della convivenza e poi leggo dei commenti di estrema violenza sui social da chi pretende di sostituirsi alle famiglie e minaccia schiaffoni o cinghiate. Io quando mio figlio si comporta male prendo provvedimenti e stabilisco delle punizioni. Gli spiego che le regole si rispettano. Certo non posso chiudere sempre in casa un 15enne che magari poi sta tutto il giorno attaccato al computer. Aggiungo che alcune cose addebitate ai ragazzi sono state un po’ ingigantite. Alla fine, stringi stringi, l’accusa è che i ragazzi sfrecciano con il motorino e fanno baccano. E per questo devono essere definiti teppisti? Attenzione che non voglio scusarli, ma ricondurre le cose alla giusta dimensione. Non sono delinquenti e le cose che suscitano tanto allarme erano le stesse che molti di quelli che si lamentano facevano quando ad essere ragazzi erano loro. E il rispetto deve essere reciproco. È giusto pretendere che i ragazzi non rispondano male, ma non si può pretendere che vengano insultati e accettino le offese. E non solo offese: io ho visto una persona anziana lanciare dei sassi contro i ragazzi che passavano in scooter. E se pretendo rispetto non taglio la strada agli scooter con l’auto per farli rallentare. Si dà per scontato che la maleducazione sia caratteristica dei giovani, ma non è così: è un problema più diffuso. Additare pubblicamente questi ragazzi non porta da nessuna parte e non aiuta né noi genitori, né loro».


Quanto agli altri episodi che hanno fatto salire la tensione nel quartiere, la mamma respinge le accuse: «Gli schiamazzi notturni? Alle 23 questi ragazzi sono tutti a casa. Le bottiglie e i rifiuti abbandonati? I nostri ragazzi non fanno i pic nic e può essere stato chiunque. I cestini poi sono spesso pieni e non vengono svuotati. La cacca gettata sul balcone? È una questione che risale a mesi fa e l’abbiamo affrontata con i nostri figli che ci hanno detto di non essere loro i responsabili».

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Commenti all'articolo

  • mino.capelli

    19 Settembre 2023 - 11:57

    "Ogni scarrafone e' bello a mamma sua"! Alla fine si e' stabilito che i ragazzi "vivaci" del Boschetto sono solo dei fantasmi nella mente dei residenti! Quelli veri che resiedono meriterrebero un premio!?!

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  • bvrtpt

    19 Settembre 2023 - 08:28

    E' la solita solfa: i figli sono esseri da difendere sempre e ad ogni costo, sono sempre incolpevoli, povere vittime del sistema, o comunque le colpe sono sempre di qualcun altro... è la deriva alla quale assistiamo da tempo, e sinceramente è da ritenere preoccupante al pari di altri fenomeni sociologici e di costume che tanto fanno discutere la gente...

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