L'ANALISI
19 Settembre 2023 - 05:20

Cremona al 3° posto in Italia, nella speciale classifica dell’indice di sportività 2023, è cosa davvero straordinaria. Non si può negare che la provincia avesse già colto, negli anni precedenti, posizioni di primo piano, ma quando si parla di Sport in termini agonistici, pur volendo e dovendo porre l’attenzione sull’immenso valore educativo, salutistico, sociale ed economico che lo rappresenta e lo caratterizza, si è tutti trascinati dal fascino del medagliere. La medaglia di bronzo conquistata testimonia e sancisce il livello raggiunto da tutti i protagonisti del settore che, ‘vivisezionati’ da ben 32 indicatori raggruppati in 4 categorie, hanno indubbiamente consacrato un livello di eccellenza organizzativa e di relazioni sia negli sport di squadra che in quelli individuali.
Ed è indubbio come il prestigioso riconoscimento vada equamente distribuito sui tre territori rappresentati dalla nostra provincia con le città di Cremona, Crema e Casalmaggiore. Non ho la capacità di soffermarmi su una valutazione minuziosa sport per sport e neppure mi azzardo ad una valutazione storica dello sport al maschile e al femminile nella nostra provincia, analisi e approfondimenti che i professori Maurizio Mondoni e Gigi Torresani saprebbero esporre con assoluta fondatezza per rendere ancora più ricco un dibattito che non si presenta come pura accademia ma che va a fotografare lo sforzo e il merito dei tanti soggetti in campo che illuminano questo settore.
Vorrei proprio partire dallo sport come immenso valore sociale per affermare che dovrebbe essere ribaltato, nell’immaginario collettivo, il tradizionale concetto di merito, ritenuto tale solo se si sale sul podio e, possibilmente, sul gradino più alto. Pensiamo all’Italia della pallavolo maschile: medaglia d’oro è un successo, medaglia d’argento un insuccesso? Non può funzionare così. Eppure, ciò è accaduto pochi giorni fa con l’Italia del volley femminile: il quarto posto ha suscitato critiche al sistema, ai tecnici, alle atlete.
Ecco: quello è il sintomo di una forte insofferenza ad entrare nel merito profondo, nella ricerca culturale di cosa significhi gestire una programmazione sportiva, un sistema sportivo, federazioni e società di base. Il male endemico, non solo italiano, sono le tifoserie che, pur costituendo il sale dell’agonismo, rischiano di trascendere dal rispetto per la persona e l’avversario. Che non può essere un nemico ma, unicamente, un pari con il quale lealmente confrontarsi. Va riproposto, pertanto, un forte richiamo al vero significato di sport, di consapevolezza del viverlo e farlo, della bellezza, della gioia, della salute fisica e mentale che lo sport vissuto ci dona. Allora, fermiamoci tutti a riflettere, perché è solo da qui che la cultura sportiva potrebbe aiutare anche quei giovani che non studiano e non trovano (spesso neppure lo cercano) lavoro.
Un giovane che pratica sport è persona attiva, vivace, intraprendente, positiva, pronta a reagire di fronte alla sconfitta e sempre lanciato verso nuovi traguardi. Quanto ne gioverebbe all’intera società se lo Stato pianificasse, partendo dal valore culturale dello sport, un diverso assetto e una diversa valorizzazione del settore... Magari apprezzandone il volontariato che lo regge, sostenendo le aziende virtuose che con imprenditori illuminati e veri mecenati ne permettono l’esistenza, anziché produrre normative come l’ultima riforma che, pur meritevole di porre al centro la dignità del lavoratore sportivo, pretende di imporre in un mondo retto dal volontariato (le vere Asd - Associazioni sportive dilettantistiche ) supplementi di carichi burocratici onerosi a fronte di una normativa a costo zero per lo Stato.
Così, in conclusione, la medaglia di bronzo conquistata di certo con grande merito dalla provincia di Cremona ci offre l’opportunità di gioire e, allo stesso tempo, di analizzare quelli che possono essere gli aspetti da migliorare ulteriormente, coinvolgendo sempre più e sempre meglio i possibili interlocutori territoriali. In questo percorso penso che il Panathlon Club di Cremona, forte di una lunga esperienza sportivo-culturale, sostenuta dai suoi valori etici, ricco di personalità con carisma in quanto portatori di forti esperienze educative di base al pari di medaglie olimpiche e paralimpiche, possa contribuire ad un ulteriore passo avanti. Non tanto e non solo nella classifica dell’indice di sportività nazionale ma nel rendere tutti consapevoli.
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