L'ANALISI
17 Settembre 2023 - 22:19
Stefano Bonaccini, Silvia Roggiani, Massimo Schettino e Vittore Soldo
CREMONA - «Come mi spiego la sfiducia dei cittadini verso la politica? Le persone che tutti i giorni assistono a insulti reciproci in Tv pensano che sia meglio stare a casa. Noi però abbiamo bisogno di un Pd che, anche dall’opposizione, non si accontenti di criticare chi governa, servono proposte. Dovremmo anche fare un patto coi cittadini: il Pd va al governo solo quando vince alle urne le elezioni». È uno dei passaggi chiave del lungo intervento di Stefano Bonaccini, questa sera ospite nella giornata finale della Festa dell’Unità insieme a Silvia Roggiani, deputata e candidata alla segreteria regionale del Pd Lombardia, entrambi intervistati dal giornalista del quotidiano La Provincia Massimo Schettino.
Tanti gli argomenti toccati nel corso del botta e risposta, fra questi anche la sanità: «Hanno appena tagliato 16 miliardi di euro dal Pnrr. Questo è un paese che nel secondo trimestre di quest’anno è sceso a -0,4% di crescita, va capito dove vanno a finire i fondi dello Stato. Io nel corso del 2022 ho dovuto, per la prima volta nella storia della mia regione, spostare fondi da politiche che nulla c’entrano con la sanità proprio sulla sanità, per non andare in rosso. Non so come andrà a finire quest’anno. Rischiamo di dover spostare altre risorse».
Dalla sanità ai trasporti, sollecitato su una questione emiliano-lombarda come il ripristino della linea ferroviaria Cremona-Piacenza: «Bisognerebbe investire di più sulle ferrovie. Oggi la flotta dei treni dell’Emilia-Romagna è la più giovane d’Europa e, mentre sto parlando, 220mila studenti vanno e tornano da scuola col trasporto pubblico locale gratuitamente. Se c’è l’impegno di Regione e Ministero, anche noi siamo pronti a fare l’investimento che serve».
Le politiche del lavoro: «Schlein ha saputo mettere insieme le opposizioni sul salario minimo legale, ottenendo l’incontro con Meloni. A Confindustria dico: ‘Ci si metta a sedere con le parti sociali. Da anni parliamo del fatto che si deve togliere questa vergogna dei salari a 2-3 euro l’ora: perché fino a oggi nessuno è riuscito a farlo? La contrattazione collettiva va rafforzata. Io taglierei il costo del lavoro aumentando gli stipendi di alcune categorie. Partiamo dagli operatori sanitari, in fuga verso il privato. Darei un beneficio anche alle imprese sane e serie, pretendendo che tutti i contratti di assunzione siano indeterminati. Non perdiamo però il gusto della parola ‘impresa’. Non voglio regalare i voti di artigiani, commercianti, imprenditori e partite Iva alla destra».
Sì all’autonomia differenziata, ma non a quella immaginata da Calderoli: «La riforma Calderoli è un bluff, nemmeno è stata discussa. Per me non si deve parlare di risorse, ma bisogna sapere quante risorse garantite ci sono per i livelli essenziali di prestazione. Non sono contrario all’autonomia differenziata, ma sono contrario a quella che si prospetta, perché rischia di aumentare le distanze e le differenze di questo paese. Calderoli ci riconvochi, sono pronto a discutere».
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