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CASALMAGGIORE: L'ANNIVERSARIO

Rossano Visioli, ricordi e forti emozioni a trent'anni dalla morte

Il parà della Folgore venne ucciso il 15 settembre 1993 in un agguato a Mogadischio. La sua medaglia d’oro al valore dell’esercito apposta al labaro dell’Istituto del Nastro Azzurro, sezione di Cremona

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

17 Settembre 2023 - 14:13

Rossano Visioli, ricordi e forti emozioni a trent'anni dalla morte

Rossano Visioli morto a 20 anni il 15 settembre 1993 a Mogadiscio

CASALMAGGIORE - Sorpresa emozionante sabato sera nell’Auditorium della parrocchia. Nel trentesimo anniversario della morte di Rossano Visioli, il caporale maggiore di Casalmaggiore paracadutista della Folgore, deceduto il 15 settembre 1993 a vent’anni durante la missione di pace Ibis due in Somalia, vittima di un agguato mentre faceva jogging al porto nuovo di Mogadiscio, la sua medaglia d’oro al valore dell’esercito è stata apposta al labaro dell’Istituto del Nastro Azzurro, sezione di Cremona, che contiene tutte le decorazioni al valor militare. Ad effettuare l’operazione il colonnello Franco Cicogna del Decimo Reggimento Genio Guastatori di Cremona. Profondamente commossi i genitori di Rossano, papà Bruno e mamma Tina: non sapevano ancora nulla di quell’atto così importante. Grande emozione anche per le sorelle di Rossano, Nadia e Ilaria. L’occasione è stata data dalla conferenza sulla storia del Nastro Azzurro tenuta dalla presidente Paola Bosio.

La medaglia d’oro al valore dell’esercito di Rossano Visioli è stata apposta al labaro dell’Istituto del Nastro Azzurro, sezione di Cremona

Prima, nel Duomo di Santo Stefano, era stata celebrata dall’abate parroco don Claudio Rubagotti una messa, preceduta da una visita al cimitero. Presenti nell’edificio sacro i famigliari di Rossano, il sindaco Filippo Bongiovanni, il comandante della Compagnia carabinieri di Casalmaggiore, maggiore Fabrizio Liberati, il comandante della polizia locale Silvio Biffi, il colonnello Franco Cicogna con il primo graduato Gabriele Occhio e il graduato aiutante Andrea Litta, alfieri e scorta del labaro, Alberto Benatti, segretario tecnico nazionale in rappresentanza della presidenza nazionale dell’associazione Paracadutisti d’Italia, il parà Massimiliano Zaniolo, medaglia di bronzo al valor militare, ferito in Somalia nella stessa missione di Visioli, la dirigente dell’Istituto Romani Daniela Romoli, rappresentanti delle associazioni d’arma e combattentistiche.

Don Claudio Rubagotti

«Siamo qua a ricordare Rossano e il suo collega Giorgio Righetti, pure ucciso – ha detto nell’omelia don Claudio –. ‘Ricordare’ significa ‘portare nel cuore’, è una espressione bellissima». Certo il vuoto c’è, anche ora che sono passati trent’anni, non si esaurisce con il tempo, ma la fede aiuta a pensare che non tutto finisce con il distacco fisico. Don Rubagotti ha letto uno stralcio di una lettera scritta da Rossano il 13 settembre 1993: «Quando passavamo noi italiani, i somali liberavano la strada. Vogliono molto bene a noi italiani, siamo amici. La memoria di Rossano – ha continuato il parroco – deve essere per tutti uno sprone a ‘rischiare’ la vita, a ritrovarne l’esuberanza». Come esuberante, energico, solare era Rossano, «un ragazzo vivo, dal cuore grande». Al termine, Fabio Cristofolini, presidente della sezione provinciale dell'Associazione Nazionale paracadutisti ha letto la ‘Preghiera del paracadutista’.

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