L'ANALISI
14 Settembre 2023 - 05:00
CREMONA - Scatta l’allarme per la qualità dell’aria nell’intera provincia. In base ai dati rilevati martedì dall’Agenzia regionale per l’ambiente, il territorio cremonese, cremasco e casalasco è stato il peggiore della Regione in quanto a concentrazione delle polveri sottili. Tutte le cinque centraline dislocate tra la città - Spinadesco, Corte De’ Cortesi, Soresina e Crema - hanno registrato livelli delle Pm10 superiori alla soglia di attenzione, fissata a 50 microgrammi per metro cubo d’aria. Si è trattato del primo sforamento da diverso tempo a questa parte. Nel resto della Lombardia solo altri tre impianti hanno avuto dati simili: Rezzato, nel Bresciano, Codogno, in provincia di Lodi e Casirate d’Adda nel Milanese.
Non vanno meglio le cose per le micropolveri Pm 2,5, anch’esse ben oltre i limiti di sicurezza, e in questo caso con sforamenti che si protraggono ormai dallo scorso week end. L’arrivo di una perturbazione con annessa ventilazione al suolo, già da oggi potrebbe portare ad un miglioramento della qualità dell’aria nel territorio provinciale. Bisognerà attendere l’ufficializzazione dei rilevamenti dell’Arpa, che comunica i dati a 24 ore di distanza. Quelli che saranno resi noti stamane saranno dunque relativi alla giornata di ieri. Sulla qualità dell’aria, l’eurodeputato di Forza Italia, il cremasco Massimiliano Salini, ha criticato duramente la nuova direttiva che comporta il blocco del Nord Italia, definendola «un capolavoro di assurdità e ideologia».
Da Strasburgo, l’ex presidente provinciale commenta. «Sulla sostenibilità ambientale dobbiamo essere ambiziosi. Ma senza perdere di vista la realtà. Per questo voterò contro la nuova direttiva sulla Qualità dell’aria, in quanto capolavoro di assurdità e ideologia. Impone obiettivi avulsi dal contesto economico-sociale, condendoli con i peggiori pregiudizi anti-impresa. Inserendo parametri ancora più restrittivi, il relatore socialista in Parlamento è riuscito a rendere grottesca la proposta già irricevibile della Commissione. Il risultato è un testo sconcertante e capriccioso, impossibile da votare. La proposta prescinde, infatti, dalla morfologia delle aree geografiche, a cominciare dalla Pianura padana». Salini è intervenuto ieri durante il dibattito sulla nuova proposta ‘Air quality directive’.
«Secondo stime di Regione Lombardia – ha aggiunto – per raggiungere i nuovi target occorrerebbe chiudere il 75% delle attività economiche. In pratica dovremmo bloccare tutto: auto, imprese, impianti di riscaldamento e allevamenti. Siamo all’assurdo. Di fronte all’incapacità della Commissione di combinare la morfologia dei territori con la sostenibilità economico-sociale, restano due opzioni: abbattere le Alpi o chiudere tutte le attività economiche del Nord Italia, cuore pulsante dell’economia europea. È la conformazione geografica del bacino padano a rendere insostenibili i nuovi parametri. Non è questione di emissioni. Tanto più che le nostre imprese – e qui siamo all’autolesionismo – sono già le più verdi e innovative d’Europa: colpirle imponendo limiti irraggiungibili, equivale ad azzoppare il motore economico green dell’Ue, danneggiando le famiglie, perdendo posti di lavoro e chiudendo le attività produttive che vantano le performance ambientali migliori del continente. Servono flessibilità e concretezza: la direttiva va rivista sedendosi al tavolo con i territori e le Regioni che, in particolare nel Nord Italia, hanno già attuato gli sforzi maggiori per migliorare la qualità dell’aria».
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