L'ANALISI
11 Settembre 2023 - 18:34
CREMONA - In un clima che è stato definito «cordiale», oggi pomeriggio alle 15 il ‘Movimento per la riqualificazione dell’ospedale di Cremona’ ha consegnato all’Asst di Cremona quasi 2mila firme con le motivazioni alla base della opposizione alla costruzione di un nuovo nosocomio. A quest’ultimo proposito, entro domani i cinque studi finalisti dovranno consegnare i loro progetti e da mercoledì la commissione si metterà al lavoro per analizzare gli elaborati, che non avranno ovviamente riferimenti nominativi e saranno pertanto sottoposti ad esame in modo anonimo. Dopo il 30 ottobre è attesa la proclamazione del progetto vincitore. Gli altri, a quel punto, verranno comunque resi pubblici.
Il Comitato aveva chiesto un incontro che Asst ha subito accolto. In rappresentanza dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale ieri erano presenti il direttore generale, Giuseppe Rossi, il direttore sanitario aziendale Rosario Canino, e Maurizio Bracchi, direttore del Dipartimento Innovazione, sostenibilità e aree sviluppo strategico e referente per il progetto del nuovo ospedale. Per il Comitato era presente una delegazione di sei persone, guidata da Enrico Gnocchi, biologo. Portavoce il medico anatomopatologo Enrico Cardesi.
Gli esponenti dell’Asst hanno ringraziato il Comitato per aver chiesto un momento di ascolto e confronto sulle istanze portate avanti da un gruppo di cittadini. Le posizioni restano diverse, ma Asst ha dichiarato la propria disponibilità a dare risposte in modo puntuale alle questioni sollevate. La voce dei cittadini viene ritenuta importante per avviare un percorso di chiarimenti sugli aspetti che forse non sono stati esplicitati in modo esauriente, anche a causa della complessità della materia. Con domande specifiche, anche Asst riesce ad essere più precisa nelle spiegazioni.
«Su questo incontro – spiega il portavoce del Comitato del no, Enrico Cardesi – dovremo fare delle valutazioni al nostro interno. In merito alle contestazioni principali che muoviamo, abbiamo comunque ottenuto delle indicazioni. Ci hanno detto ad esempio che non è possibile limitarsi alla manutenzione dell’attuale ospedale anziché procedere alla demolizione perché c’è un problema di contesto, legato alla innovazione che si vuole apportare con la nuova realizzazione, ad esempio implementando la telemedicina. Quanto alle questioni degli stanziamenti, ci è stato spiegato che i soldi non possono essere spostati da un capitolo all’altro». In sostanza, le risorse definite dai livelli statale e regionale sono allocate con una destinazione specifica, legata alla nuova edificazione. «Inoltre, la necessità di realizzare il nuovo ospedale – continua Cardesi – dipende dalla necessità di avviare un Dea (Dipartimento emergenza e accettazione) di secondo livello». Il Comitato mantiene comunque tutte le sue perplessità.
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