L'ANALISI
12 Settembre 2023 - 18:53
L’unità operativa di Oncologia dell’Asst di Crema diretta da Gianluca Tomasello
CREMA - I malati oncologici che fanno fatica a spostarsi per problemi motori o per una condizione di disabilità, da giovedì 14 potranno curarsi a casa. Partirà infatti il nuovo servizio di Oncologia domiciliare, proposto dall’Unità operativa diretta da Gianluca Tomasello, primario che ha preso servizio nei mesi scorsi. Se ne occuperà Salvatore Incardona.
Ovviamente, l’adesione sarà su base volontaria e verrà proposta dallo specialista a quei pazienti che presentano una fragilità.
L’oncologo ne valuterà le condizioni, il grado di disabilità motoria e psichica, lo stato nutrizionale, la presenza di patologie concomitanti a quella tumorale. Il percorso domiciliare verrà proposto con terapia orale, sottocutanea o intramuscolare.
L’assistenza messa in campo dall’Asst prevede l’esecuzione di prelievi, che verranno effettuati il giorno precedente la visita domiciliare, e eventuali medicazioni, oltre alla valutazione clinica da parte dell’oncologo. Questa avverrà il pomeriggio successivo al prelievo, solitamente il giovedì, dalle 13 alle 18, con la consegna degli esami ematici e dei farmaci orali o la somministrazione di terapie intramuscolari o sottocutanee.
Verrà istituita un’agenda dedicata. Ovviamente verrà informato il medico di base del paziente. «L’oncologia – sottolinea Incardona – non può essere solo ospedaliera. Chi si reca a casa del paziente modula la cura tenendo conto delle esigenze manifestate dallo stesso. Ognuno ha diritto alle cure, anche e soprattutto quando presenta disabilità precedenti la diagnosi di tumore o causate dal tumore stesso. Questo progetto è espressione della volontà di seguire finalmente ogni persona superando le barriere».
Si tratta di un ulteriore passo avanti nell’ambito di una sanità che vuole farsi sempre più prossima. «Un modo – chiarisce il primario – per garantire assistenza alle persone al domicilio, potendo contare sulla competenza e l’umanità di un nostro specialista».
La cura della persona che presenta un tumore va declinata tenendo conto di tutti gli aspetti che contribuiscono al suo benessere. «Vista con gli occhi di chi è ammalato – conclude Incardona – si comprende bene quale grande valore abbia la possibilità di potersi curare nel proprio luogo di vita quotidiana, potendo condividere con le persone significative il tempo della malattia. È proprio da queste considerazioni che nasce l’idea di pensare a un’oncologia vista dagli occhi della persona ammalata di tumore, un’oncologia pensata per curare puntando sulla qualità della vita».
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