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SOSPIRO: IL LUTTO

E' morto Giuseppe Albertoni, 102 anni, ultimo reduce della campagna di Russia

Nato a Cella Dati nel 1921, era il penultimo di cinque fratelli. Ha sempre raccontato la sua drammatica esperienza in guerra con grande lucidità e dovizia di particolari

Antonella Bodini

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redazione@laprovinciacr.it

06 Settembre 2023 - 12:41

E' morto Giuseppe Albertoni, 102 anni, ultimo reduce della campagna di Russia

Giuseppe Albertoni si è spento a 102 anni

SOSPIRO - Avrebbe voluto tagliare il traguardo dei 103 anni in onore della 103esima compagnia Trt di cui faceva parte, ma ieri sera Giuseppe Albertoni si è spento a Sospiro. A 102 anni, compiuti lo scorso gennaio. Molto conosciuto in paese Giuseppe Albertoni, detto Pino, era l’ultimo reduce della campagna di Russia, drammatica esperienza raccontata sempre con grande lucidità e dovizia di particolari. Nato a Cella Dati nel 1921 Pino era il penultimo di cinque fratelli. Nel 1941 viene arruolato per la leva militare e poi a luglio parte per la Russia come radiotelegrafista nel plotone marconista della 103esima compagnia Trt, divisione celere Pada. Diversi gli episodi che ricordava dei due anni di guerra, momenti indelebili nella sua memoria, ma anche in quella di chi aveva avuto il piacere di ascoltare i suoi tanti racconti. Dalla morte scampata dopo l’esplosione di un bunker alla ritirata prima a bordo di un camion e poi a piedi nel freddo glaciale russo a meno trenta gradi sotto zero. Poi la scomparsa del fratello Edoardo, di sei anni più grande, anche lui arruolato in Russia, con gli artiglieri a cavallo e mai più trovato.

Il cruccio più grande per Pino non aver mai più avuto notizie del fratello. “Era una persona di grande spirito ed energia – lo ricorda il sindaco Fausto Ghisolfi – ma soprattutto aveva una capacità comunicativa e di relazione molto forti. La sua esperienza militare ha sicuramente avuto una un peso notevole nella sua vita, ma mi piace ricordarlo anche per il grande lavoratore che era e per la disponibilità che aveva con tutti”. Fabbro, come il fratello Andrea, sapeva aggiustare qualsiasi cosa, elettrodomestici o strumenti, e non di rado in paese si andava da Pino per farsi sistemare qualche attrezzo o le biciclette, che aveva imparato a riparare sin da piccolo. Nel 1990 l’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga lo aveva insignito del titolo di cavaliere della Repubblica.

“Un protagonista della nostra storia – sostiene il presidente di Fondazione Sospiro Giovanni Scotti – che ha saputo testimoniare con grande ardore una delle pagine più drammatiche del nostro passato. Persona integerrima ed onesta sempre al servizio della nostra comunità e di quella di Cella Dati, paese di cui era originario, anche nei lunghi anni della pensione. Figura esemplare, semplice, ma tenace”. Che ha vissuto una vita piena assieme alla moglie Maria, scomparsa quattro anni fa, ai figli Attilio ed Eugenia e ai numerosi nipoti e pronipoti che ricorderanno sempre con grande orgoglio la sua figura.

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