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L'EX PRIMARIO ZAMBELLI

Un ‘Barnard’ in redazione: «Persone sempre al centro»

Fino a nove anni fa ha guidato il reparto di gastroenterologia ed endoscopia digestiva dell’ospedale di Crema

Andrea Gandolfi

Email:

agandolfi@laprovinciacr.it

02 Settembre 2023 - 08:21

Un ‘Barnard’ in redazione: «Persone sempre al  centro»

Il presidente della Sec Riccardo Crotti e Alessandro Zambelli nella redazione de La Provincia

CREMA - Trentotto anni di carriera da protagonista all’Ospedale di Crema, con una passione ed un entusiasmo per la professione e la salute dei pazienti che nemmeno il pensionamento — nove anni fa — poteva fermare. Continua a visitare negli studi di Crema, Soresina e Orzinuovi, e dal 2019 è tutor e consulente per l’endoscopia operativa avanzata presso la Fondazione Maugeri di Pavia il dottor Alessandro Zambelli, ‘fiore all’occhiello’ della sanità cremasca e non solo in un ambito clinico che ha contribuito a far crescere in misura significativa. Ospite ieri a Cremona della redazione de La Provincia, dove lo hanno accolto il presidente della Sec Riccardo Crotti e il direttore Paolo Gualandris, Zambelli — 75 anni — ha ripercorso i tratti salienti della sua lunga attività, senza trascurare importanti indicazioni per un futuro del quale si sente parte. «Ho cominciato ad occuparmi di endoscopia nel 1976, con l’allora primario Alberto Martinotti, al quale devo moltissimo», racconta. Nel tempo l’attività è molto cresciuta, portando — alla fine degli anni Novanta — a creare in ospedale proprio il reparto di gastroenterologia ed endoscopia digestiva, che poi Zambelli ha guidato fino al 2014.

Una storia ricca di riconoscimenti, anche personali. «In Italia siamo stati Centro di riferimento per tutto il lavoro operativo endoscopico e gastroenterologico, e ci è stata affidata una delle due scuole italiane d’Europa di endoscopia (l’altra è al Policlinico Gemelli di Roma). Ho sempre potuto contare sulla collaborazione di uno staff assolutamente eccezionale, senza il quale nulla di tutto questo sarebbe stato possibile», prosegue Zambelli, prima di ricordare alcuni riconoscimenti di particolare rilievo della sua carriera: è stato presidente della Federazione Italiana delle Società delle malattie dell’apparato dirigente («sia universitarie che ospedaliere, un grosso riconoscimento per un ospedale piccolo come il nostro»), partecipando inoltre all’attività istituzionale in ambito continentale anche come vicepresidente della Società europea di endoscopia digestiva. «Il nostro reparto ha accolto come stagisti medici provenienti da tutto il mondo, che, con mio grande piacere, sono tornati a trovarmi quando sono andato in pensione».

Mentre il reparto non ha smesso di crescere. «Al contrario: resta una struttura all’avanguardia, confermandomi nella convinzione che un primario debba lavorare anche per il futuro, come credo di aver fatto io. Il mio successore è una professionista di prima grandezza e di reputazione internazionale come la dottoressa Elisabetta Buscarini, e ‘siamo’ sempre protagonisti».

Anche se, ad un certo punto, le strade di Zambelli e dell’ospedale di Crema si sono inevitabilmente divise. «Nel 2014 sono stato chiamato come tutor / consulente alla Poliambulanza di Brescia, poi — come ho già accennato — alla Fondazione Maugeri di Pavia. Lo faccio con grande soddisfazione, insegnare mi è sempre piaciuto».

In un ambito clinico che ha vissuto profonde trasformazioni dagli anni Settanta ad oggi; sul piano quantitativo (gli endoscopisti operativi in Italia sono passati da una trentina a circa 3.000) e qualitativo: «All’inizio dovevamo ideare e a volte perfino inventare soluzioni e strumenti; oggi tutto deve essere già testato, potendo vantare un’efficacia rigorosamente documentata E non si può più fare a meno della gastroenterologia e dell’endoscopia digestiva, divenute discipline molto importanti».

La parola d’ordine, ora ed ovviamente in futuro, coincide con la maggior riduzione possibile dell’invasività degli interventi endoscopici. «Che possono risolvere problemi di notevole rilievo (estrazione dei calcoli dal coledoco, rimozione di tumori superficiali dell’apparato digerente...). Bisogna muoversi nella prospettiva di una crescente collaborazione tra endoscopia, ultrasonografia e radiologia, accrescendone le potenzialità operative (l’endoscopia ha progressivamente perso molto della sua funzione diagnostica)».

Da poco conclusa la sua trentennale esperienza alla guida del Centro di riabilitazione equestre di Crema, Zambelli traccia quindi un bilancio molto positivo di un’esperienza che lo ha visto frequentare grandi maestri professionali in Italia ed in Europa, e occuparsi di migliaia di pazienti. Con un approccio che considera fondamentale e sempre valido: una costante attenzione ‘umana’ oltre che professionale alle persone. «Dobbiamo saperle ascoltare e capire, dando loro la certezza che si stanno affidando a professionisti competenti, preparati, onesti. Che faranno tutto il possibile ma sono in grado di riconoscere eventuali errori e limiti. Decisi a crescere ma disposti a ‘passare la mano’ se c’è chi può fare di più; indirizzando il paziente alla soluzione migliore. Perché insieme (o forse prima) della cura del paziente, c’è la presa in carico della persona. Dipende sempre da noi, ed è la base di tutto».

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