L'ANALISI
01 Settembre 2023 - 20:08
CASALBUTTANO - «Scriva quello che ritiene opportuno ma gentilmente, perché non voglio offendere nessuno, però deve mettere la parola vergogna, perché chi fa queste cose deve solo vergognarsi!». Andare al cimitero con l’obiettivo preciso di rubare i fiori dalle tombe è un gesto vile e meschino, che oltre ad offendere la memoria dei defunti aggiunge dolore e sofferenza a chi piange la loro scomparsa. Come la signora Nella, pensionata del paese rimasta vedova due anni fa dopo quasi sessant’anni di vita insieme al suo Gino.
«Venerdì scorso – racconta la signora ancora scossa - avevo portato un bel vaso di orchidee a mio marito che mi manca tantissimo perché era il secondo anniversario dalla morte, lunedì sono tornata al cimitero per mettere l’acqua ed era tutto a posto, ma due giorni dopo non c’era più; ho trovato dei fiori tagliati in terra e ho pensato che fosse caduto il vaso, ma non c’era da nessuna parte; poi ho saputo che avevano rubato l’orchidea anche sulla tomba di un altro defunto vicino, il mio non è stato un caso isolato».
Continua la signora Nella: «È passato un signore e ha visto che ero arrabbiata, gli ho raccontato quello che era successo e lui mi ha detto che avevano rubato i fiori anche in un’altra ala del cimitero: davanti a queste cose si prova tanta amarezza, si aggiunge dispiacere a dispiacere e questo mi ha spinto a chiamare il giornale, la gente dovrebbe imparare a vivere semplicemente e a rispettarsi, io sono una persona molto sensibile, non me l’aspettavo capitasse a me, anche se mi avevano già rubato un cerino elettrico e dalla tomba di mia suocera l’anno scorso era sparita una ciotola di rame con i fiori». A metà ottobre dell’anno scorso i ‘predoni della pietà si erano addirittura introdotti di notte all’interno di alcune cappelle riuscendo ad asportare alcuni candelabri in legno e ottone, due sgabelli in legno lavorato e due portaceri in marmo costruiti alla fine dell’800.
Una parente aveva sporto denuncia ai carabinieri della stazione locale guidata dal luogotenente Alberto Artioli. Gli uomini dell’Arma avevano avviato subito le indagini utilizzando anche le immagini di impianti privati e pubblici della videosorveglianza e qualche settimana dopo, durante un sopralluogo nella zona verde a due passi dal camposanto, in un canale irriguo inutilizzato, vicino ad una cascina dismessa, avevano rinvenuto alcuni candelabri e portaceri, due dei quali di proprietà della signora.
«Sono comportamenti intollerabili e inspiegabili – afferma un altro casalbuttanese – compiuti da persone disperate e secondo me anche malate perchè solo chi ha qualche problema può fare una cosa così stupida e mi domando una cosa: se questi venissero scoperti a rubare in flagranza, che tra l’altro è un reato, cosa succederebbe? io sinceramente non so come reagirei se trovassi uno di questi all’opera davanti al loculo dei miei cari, non uscirebbe dal cimitero prima che arrivino i carabinieri».
Esprime sdegno e amarezza anche il sindaco Gian Pietro Garoli: «Non abbiamo ricevuto segnalazioni ufficiali – afferma il primo cittadino – ma sono comunque molto dispiaciuto per questi episodi che denotano una grande mancanza di rispetto e che a livello etico sono a dir poco sconvolgenti e assurdi, è fuori dal buon senso pensare che qualcuno vada a rubare i fiori sulle tombe di altri per poi magari sistemarli su quelle dei suoi cari. Assicuro la mia personale vicinanza alle persone colpite da questi comportamenti».
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