L'ANALISI
24 Agosto 2023 - 10:10
AGNDELLO - E' passato un anno dalla tragica odissea del giovane migrante siriano rinvenuto privo di vita all’interno di un container nel polo logistico Stock House di Agnadello, sulla strada Bergamina. Un viaggio di centinaia di chilometri con un finale ben diverso da quello che il profugo — che purtroppo non è stato possibile identificare a causa dello stato avanzato di decomposizione del cadavere — aveva presumibilmente sognato. Il cassone, partito dalla Turchia alla volta dell’Italia, è stato imbarcato in un porto dell’Egeo e, dopo essere approdato a Trieste, è stato trasportato ad Agnadello dallo stesso camionista turco, che, una volta giunto a destinazione, ha fatto l’agghiacciante scoperta.
«Il nostro Comune si è fatto carico di tutte le spese necessarie a dare degna sepoltura al giovane migrante, che ora giace nel cimitero comunale di Agnadello — dichiara il sindaco Stefano Samarati —. In particolare è stato necessario pagare il deposito della salma nell’obitorio del dipartimento di sanità pubblica dell’Università degli Studi di Pavia e il trasporto ad Agnadello, acquistare la cassa e provvedere alla tumulazione». Il tutto per una somma di circa 3mila euro, che l’ente ha impegnato lo scorso ottobre. Poco tempo dopo, la sepoltura.
«Visti gli innumerevoli sbarchi degli ultimi mesi sul territorio italiano — osserva il primo cittadino — la speranza è che una tragedia come quella di cui siamo stati testimoni non si ripeta».
L’autopsia, eseguita sulla salma in seguito al ritrovamento, ha rivelato che la vittima, sprovvista di documenti identificativi, è un minorenne, mentre i vestiti indossati, di provenienza siriana, hanno dissipato i dubbi in merito alla sua nazionalità. Il giovane, che si è nascosto tra le casse di datteri dirette in Europa, dopo aver tentato invano di liberarsi, è morto soffocato durante il viaggio: le elevate temperature raggiunte all’interno del container non gli hanno lasciato possibilità di scampo.
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