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LA TRAGEDIA DI AGNADELLO

Morto nel tir, ancora ignota l'identità dello straniero in fuga

Potrebbe essere siriano il giovanissimo migrante trovato senza vita nel rimorchio. Esclusa l’ombra del racket

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

25 Agosto 2022 - 18:03

Morto nel tir, ancora ignota l'identità dello straniero in fuga

Il tir dov'è stato trovato morto lo straniero

AGNADELLO - Potrebbe essere decisiva l’autopsia, disposta dalla procura di Cremona, per stabilire le cause della morte del migrante trovato privo di vita ieri a mezzogiorno, all’interno del rimorchio telonato di un tir, arrivato da pochi minuti al polo logistico di Agnadello, che si trova lungo la provinciale Bergamina.

Sull’identità della vittima gli inquirenti non hanno certezze. Dai primi esami sul corpo, a cominciare dalle lastre, effettuate in ospedale, lo straniero potrebbe addirittura essere un minorenne o comunque un ragazzo molto giovane. Per avere l’età precisa bisognerà però procedere con esami più approfonditi. Dai vestiti che aveva indosso, forse il ragazzo proveniva dalla Siria. In ogni caso, non aveva documenti con sé e di sicuro era morto da ormai diverse ore, se non addirittura giorni. Probabilmente il decesso è avvenuto durante il viaggio in mare.

La nave potrebbe essere partita dal porto commerciale della capitale turca Istanbul. Poi è approdata a Trieste, da dove il carico era stato poi agganciato alla motrice per il trasferimento ad Agnadello.

Sulle cause del decesso, per il momento ci sono solo ipotesi. I soccorritori del 118, compreso il medico inviato dall’ospedale Maggiore di Crema, hanno rinvenuto il corpo incastrato tra i bancali e il telone del rimorchio, già in stato di decomposizione. Del primo esame sul cadavere si è occupato il medico legale.

L’autista turco del tir non risulta indagato. Il camion trasportava datteri e lui non era tenuto a controllare il carico, prima di partire dalla città giuliana. Trattandosi di un solo clandestino, sembra anche improbabile che dietro a questo viaggio si celi l’ombra di un’organizzazione criminale dedita alla tratta degli esseri umani. La vittima, insomma, potrebbe aver fatto tutto da solo, senza complicità esterne, salendo di nascosto a bordo del camion.

All’arrivo ad Agnadello, l’autista si è accorto del cadavere solo una volta aperto il rimorchio per scaricare la merce. Immediato l’allarme, con l’intervento dei carabinieri della Compagnia di Crema. L’ennesima tragedia dell’immigrazione, di chi fugge dal proprio Paese alla ricerca di un futuro migliore.

Il problema ora è identificare la vittima. Per questo motivo sono state prese anche le impronte digitali. Gli inquirenti non nutrono però grandi speranze che dalla banca dati possano emergere indicazioni utili in questo senso. Ci sono solo congetture anche sul fatto che il clandestino avesse dei contatti in Italia o in qualche altro Paese europeo.

In merito allo Stato di provenienza dello straniero non viene esclusa nessuna pista. In Turchia transitano disperati in fuga da diversi Paesi del Medio oriente martoriati da guerra, fame e povertà. La Siria, la Palestina ma anche il più lontano Afghanistan.

Altra possibile provenienza è il Kurdistan, la regione incastrata tra Siria, Iran e Iraq, la cui popolazione da decenni lotta per l’indipendenza. La vera sfida adesso è dare un’identità al cadavere così da poter avvisare i familiari e poi organizzare il rientro della feretro. Le procedure non si annunciano brevi. La salma del clandestino si trova ora all’obitorio di Cremona, dove era stata trasferita ieri pomeriggio, dopo essere stata ricomposta dagli incaricati dell’agenzia funebre.

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