L'ANALISI
24 Agosto 2023 - 05:10
Gli stalli coperti in via Verdi
CREMA - Mercato sì, mercato no. Parafrasando ‘La terra dei cachi’, brano musicale del gruppo Elio e le Storie Tese, che con Crema tra l’altro ha un rapporto particolare, il dilemma è storico e ciclicamente torna a riproporsi: mantenere il mercato sotto le vecchie pensiline di via Verdi oppure spostarlo? L’occasione contingente è data dai 150mila euro (metà della Regione e metà municipali) che l’amministrazione comunale spenderà per un maquillage delle pensiline, più estetico che di sostanza.
Il sindaco Fabio Bergamaschi ha annunciato l’avvio dell’intervento: «La cifra a disposizione – ha spiegato – non consente di attivare la sistemazione delle pavimentazioni, che avrebbero bisogno di una riqualificazione».
La valutazione su questo secondo aspetto, per il sindaco, rimane aperta ed è da svolgere in connessione con i futuri possibili scenari degli Stalloni, per i quali attende un feedback di Regione Lombardia sull’accordo di programma, che dovrebbe consentire al Comune l’utilizzo dell’area che si trova proprio di fianco al mercato coperto.
Del trasferimento dei banchi degli ambulanti nell’area ex Stalloni si parla da almeno vent’anni. Così come si seguita a parlare di un accordo con la Regione per quegli spazi, che non arriva mai. I lavori previsti riguardano la pulizia e la manutenzione dei canali di scolo dell’acqua piovana, la sistemazione delle tettoie e di alcuni pozzetti; l’installazione di ulteriori prese elettriche per garantire l’ottimale svolgimento del lavoro degli ambulanti, nello specifico di chi commercializza frutta e verdura, l’installazione su ogni pensilina di sistemi anti-piccione, la sostituzione dell'intonaco ammalorato e la tinteggiatura di tutte le pensiline.
«Il mercato di via Verdi – afferma Bergamaschi – è lievito per il commercio di vicinato dell’intero centro storico. Ragionare sullo sviluppo di tutto il quadrante, comprendendo gli Stalloni, sarà necessario se Regione mostrerà la stessa nostra volontà di sbloccare anche quell’ambito, ma intanto è necessario garantire agli ambulanti condizioni migliori per svolgere il proprio lavoro al servizio dei tanti fruitori del mercato».
Di diverso avviso Umberto Cabini, imprenditore e primo ad essere stato contattato dal centrosinistra per la candidatura a sindaco lo scorso anno: «È un manufatto da abbattere, altro che restaurare. È un ecomostro orrendo. Vedere le foto di com’era una volta via Verdi fa male al cuore. Nelle città esistono i mercati rionali, mentre a Crema si è scelta la formula mercato-parcheggio, nel momento in cui tutte le città vogliono togliere le auto dai centro storici. In passato c’era un bellissimo viale con una roggia; l’acqua è un bene prezioso. Non a caso a Milano c’è un progetto per valorizzare i Navigli».
Cabini suggerisce dunque di spostare il mercato: «È come avere un capannone in città. Non è più nemmeno idoneo, visto che i camion degli ambulanti non passano più sotto le pensiline. Se lo si spostasse a Portanova, si farebbe rivivere quella zona. La gente farà dieci passi in più, che non fanno poi male. Gli ex Stalloni non sono la soluzione. Ci vuole il coraggio di abbattere il mercato coperto».
Di opposto parere l’ex sindaco Bruno Bruttomesso, che sul mercato ha la sua farmacia: «Non sono assolutamente d’accordo con Cabini. Sono invece molto compiaciuto per quello che sta facendo Bergamaschi per rimettere a posto il nostro mercato coperto, che molti ci invidiano».
Per il mantenimento è anche l’ex vice sindaco Gianni Risari: «Rimango dell’idea che la struttura del mercato non sia affatto brutta e abbia una sua dignità artistica. Chi l'ha disegnata e realizzata non era certo uno sprovveduto. E ormai è parte caratterizzante di Crema oltre ad essere un luogo di lavoro per tanti commercianti, frequentato da centinaia di cittadini. L'ho sostenuto con convinzione anni fa quando lo si voleva abbattere, lo sostengo ancora oggi applaudendo al sindaco Bergamaschi e all'amministrazione che han deciso di ristrutturarlo».
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