L'ANALISI
24 Agosto 2023 - 05:20
Il sindaco Vairani e la psicologa Cavati
SORESINA - La presa di posizione di don Angelo Piccinelli sul modo di vestirsi troppo ‘esuberante’ dei giovani (ma non solo), ha sollevato un vivace dibattito a Soresina e più in generale in tutto il Cremonese.
Il sindaco della città, Diego Vairani, capisce le ragioni del sacerdote ma allarga il campo: «La sua è una comprensibile osservazione da parroco, ed è anche in parte condivisibile. Ma io, da sindaco, ci tengo a sottolineare che il tema dell’abbigliamento consono, ovviamente importante, va contestualizzato. E se c’è una criticità da affrontare, oggi, è quella della più generale mancanza di rispetto ed educazione. Basti vedere il comportamento tenuto da alcuni giovani nei nuovi giardini. La battaglia educativa, peraltro, deve cominciare in casa».
Chi invece non condivide la reprimenda dell’arciprete è Daniela Cavati, capogruppo a Soncino per il centrosinistra, docente scolastica e psicoterapeuta: «Coi giovani meglio la discussione che l’imposizione di regole troppo rigide. L’abbigliamento è parte della crescita, è strumento di espressione fisiologico. Serve confronto per spiegare le norme, non imposizione. Ci siamo scordati la moda dei jeans strappati nata dal divieto di portarli? Cerchiamo di parlare coi ragazzi, a volte magari anche con toni vivaci, ma non imponiamo norme troppo stringenti. Altrimenti, il metodo educativo insegna, otterremo l’effetto contrario».
La lettera aperta di don Piccinelli ai suoi parrocchiani, in cui rivendica la scelta di aver invitato le animatrici del grest a «coprire la pancia» e «non portare calzoncini corti e attillati e neppure canottiere con spallini» fa discutere.
Il primo cittadino porta la riflessione su un piano più ampio: «Quando don Piccinelli chiede rispetto e abbigliamento consono in chiesa e all’oratorio dice qualcosa su cui chiunque, penso, possa concordare. Ma vale pure per la piazza Gaibaldi o i giardini, dove certo non ci si aspetta che la gente giri in costume da bagno. Chiaramente, poi, ci sono molti fattori da valutare, specie parlando dei giovani. E non dimentichiamoci comunque che la moda, l’adeguarsi a un clima non certo mite e molti altre motivazioni possono stare alla base di queste scelte. Ma a monte di questo – aggiunge Vairani –, credo che in tema di degrado sia necessario più che altro parlare di quei giovani, e preciso alcuni, perché non possiamo fare di tutta l’erba un fascio, che anche al di fuori dell’oratorio assumono comportamenti incivili che vanno ben oltre il modo di vestirsi. Spesso ben coperti, ma sempre maleducati. E altrettanto spesso forti di un senso di impunibilità, anche perché tutelati o non ripresi dai genitori».
Il popolo del web ha pochi dubbi: più di otto internauti e mezzo su dieci stanno con il parroco di Soresina. Secondo i dati raccolti dal sondaggio online de La Provincia, infatti, oltre il 50% dei cremonesi votanti ritiene che «il decoro nel vestire in chiesa, all’oratorio e a scuola sia necessario».
Sul fronte di don Angelo Piccinelli anche il 36% degli utenti coinvolti secondo cui «almeno negli ambienti educativi è necessario rispetto delle regole, del buongusto e della decenza».
La compagine minoritaria è quella del dissenso. Con un sei percento di persone che si sono espresse definendo «medievale» la presa di posizione e un cinque percento che, sempre esprimendo contrarietà, ha ricordato come «l’abito non faccia il monaco».
Tra le sei opzioni proposte, la meno votata è stata quella dedicata al parere neutro, letteralmente a zero. Il 3% dei cremonesi pensa invece che l’arciprete «debba modernizzarsi un po’».
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