L'ANALISI
18 Agosto 2023 - 05:25
CREMONA - Abolito l’isolamento per i malati e ‘ridotto’ il Covid al rango di altre malattie infettive, come l’influenza, si apre ora la stagione della vaccinazione che perde l’enumerazione delle dosi per lasciare spazio ad un più ‘classico’ «richiamo annuale». E, come quella del vaccino anti-influenzale, la campagna nazionale di immunizzazione anti-Covid identifica delle categorie target. Fra queste, la più numerosa è quella delle persone di età pari o superiore a 60 anni.
In provincia di Cremona l’Ats Val Padana stima che siano in tutto 115.501, di cui 53.058 residenti nel distretto di Cremona, 50.991 nel distretto di Crema e 11.452 nell’Oglio Po.
Nei giorni scorsi il ministero della Salute ha diramato la circolare con le «indicazioni preliminari per la campagna di vaccinazione autunnale e invernale anti-Covid», sulla scorta dell’«attuale quadro epidemiologico».
Il documento del ministero firmato dal nuovo direttore generale della Prevenzione, Francesco Vaia, indica i «gruppi di persone a cui viene raccomandata e offerta la vaccinazione di richiamo annuale con il nuovo vaccino aggiornato»: in primo luogo le persone di età pari o superiore a 60 anni; poi gli ospiti delle strutture per lungodegenti, che in provincia di Cremona sono 5.100, ma questa platea è sostanzialmente già inclusa negli over 60; donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo post partum comprese le donne in allattamento, che sono circa 2.300, facendo una media dei dati della natalità degli ultimi quattro anni; operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza; studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione; persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di Covid grave. La vaccinazione viene inoltre consigliata a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità. Sulle tempistiche di somministrazione, «si prevede la possibilità di somministrazione della dose di richiamo a distanza di almeno 3 mesi dall’ultimo evento (ultima dose, a prescindere dal numero di richiami già effettuati o ultima infezione diagnosticata)».
«L’obiettivo della campagna nazionale — si legge nella circolare — è quello di prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di Covid-19 nelle persone anziane e con elevata fragilità, e proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. A questi gruppi di persone è raccomandata e offerta una dose di richiamo a valenza 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato». Secondo la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, il richiamo del vaccino in autunno aiuterà a evitare morti e forme gravi della malattia e permetterà di proteggere anziani e fragili in una situazione epidemiologica «complessa», con i casi in aumento in molti Paesi, compresa l’Italia. «L’attuale stato epidemiologico internazionale mostra la circolazione di nuove varianti di Omicron che stanno determinando un aumento dei casi in diversi Paesi, che richiede pertanto la massima attenzione per valutare l’andamento futuro», rileva la Simit in una nota.
«In Italia — prosegue la società scientifica — si sta verificando un incremento del numero dei casi e persistono circa dieci decessi ogni giorno, cifra tutt’altro che trascurabile. Ci troviamo pertanto di fronte a una situazione epidemiologica complessa, in quanto i soggetti ultrasessantenni hanno un’immunità ridotta dovuta al fatto che hanno eseguito l’ultimo richiamo vaccinale più di sei mesi fa».
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