L'ANALISI
CREMONA. SOLIDARIETA' GREEN
17 Agosto 2023 - 17:13
CREMONA - Nel mese di luglio l’organizzazione Humana, presente in città con 29 contenitori, ha raccolto e avviato al recupero 10.480 kg di abiti. A questo quantitativo corrisponde una mancata emissione di 63.928 chilogrammi di CO2 e il mancato consumo di 62.880.000 litri di acqua necessari per produrre un analogo quantitativo di capi nuovi.
«Un risultato che non ci aspettavamo», spiega Laura Di Fluri, responsabile delle comunicazioni di Humana People to People Italia, l’organizzazione umanitaria, politicamente indipendente e laica, nata nel 1998 per sostenere progetti di sviluppo nel mondo e azioni sociali e di sensibilizzazione. «Un risultato importante se pensiamo che i numeri riguardano un mese soltanto, da quando cioè Humana ha rafforzato la sua presenza posizionando ulteriori 25 nuovi contenitori sul territorio comunale e 2 presso la piattaforma San Rocco per un totale di 29 contenitori. Non chiamiamoli cassonetti, non sono destinati a raccogliere spazzatura tessile. Il nostro obiettivo è di spingere le persone a utilizzarli sempre in maniera corretta e consapevole. Dei due posizionati a San Rocco, ad esempio, uno è destinato alla raccolta degli indumenti usati, l’altro alla raccolta di altre frazioni tessili che non sono in condizioni tali da essere riutilizzati: capi logori, accessori rovinati o altri prodotti in cattive condizioni. L’obiettivo è utilizzarli come materia prima con cui generare nuovi tessuti», aggiunge Di Fluri.
Rivisti nel colore e nella grafica, i contenitori sono tutti di colore verde (erano gialli in precedenza) a dimostrare la costante attenzione per l’ambiente. Un cuore e una maglietta disegnati sul davanti vogliono invece sottolineare l’impatto sociale del gesto di chi affida i propri abiti usati all’organizzazione. Termine che racchiude le due anime di Humana, cooperativa e onlus, e che mette in risalto la finalità non profit. L’app dedicata Junker, oltre alle informazioni su una corretta raccolta differenziata, permetterà ai cremonesi di individuare in pochi minuti la posizione del contenitore più vicino a casa.
Il materiale da conferire, dentro buste chiuse, spazia da indumenti usati, scarpe, borse, accessori, cinture alla biancheria e tessuti per la casa (tende, lenzuola, tovaglie, coperte, tappeti), purché in buono stato d’uso. È importante, fanno sapere da Humana, evitare di mettere insieme capi in buono stato con altri sporchi o maleodoranti, questi ultimi infatti potrebbero compromettere il recupero di quel materiale ancora in buone condizioni.
Humana segue tutte le fasi della filiera, dalla raccolta fino alla distribuzione e questo permette di creare un sistema realmente integrato e rendicontabile. Solamente in Italia, impiega oltre 220 dipendenti che si occupano dei vari anelli della filiera: selezione, vendita e destinazione.
Nel 2022 sono stati raccolti 21.529.777 chili di abiti usati inseriti dai cittadini nei contenitori dell’organizzazione. La convenzione con il Comune di Cremona prevede lo svuotamento dei contenitori a cadenza settimanale e contestualmente la pulizia dell’area circostante. Il monitoraggio costante consentirà di risolvere rapidamente eventuali situazioni di criticità, con l’effetto di prevenire e scoraggiare i fenomeni di abbandono e garantire pulizia e decoro.
«Il servizio di raccolta degli abiti usati è realizzato con automezzi di proprietà e personale dipendente Humana - spiega ancora Di Fluri — gli abiti sono quindi portati negli impianti Humana in Italia autorizzati e dislocati nelle province di Milano, Brescia, Rovigo e Torino. L’impianto in provincia di Milano, a Pregnana Milanese, è l’unico a svolgere l’attività di selezione. Grazie a un team di 40 persone, l’impianto ha una capacità di trattamento che può arrivare sino a 12.000 tonnellate annue e permette di tracciare tutti i materiali in ingresso. Dei tessili raccolti, il 65,1% è destinato al riutilizzo come vestito; il 28,5% circa è riciclato per recuperare le fibre e una piccola parte (6,4%) è destinata al recupero energetico».
La raccolta di tessili usati (divenuta obbligatoria dal gennaio 2022 in anticipo sulla normativa europea) si traduce quindi non solo in un’importante azione sociale ma anche di tutela ambientale.
Secondo i dati di Ellen Mac Arthur Foundation, se ogni capo di vestiario fosse indossato mediamente il doppio delle volte, l’emissione di gas serra si ridurrebbe del 44%.
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