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L'ESTATE AL SERVIZIO DEGLI ALTRI

Aiutare chi ha bisogno, la lezione degli oratori in provincia

Studenti e docenti del Vida a Pietrasanta la riabilitazione psichiatrica di ragazzi fragili. Il gruppo cremasco parte sabato per la Locride. Da Spino D'Adda un tuffo nella Palermo che resiste

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

25 Luglio 2023 - 05:00

Aiutare chi ha bisogno, la lezione degli oratori in provincia

CREMONA - Mentre si parla sempre più spesso di disagio giovanile e devianze, c’è un buon numero di ragazzi che invece trascorre parte dell’estate a servizio degli altri: con attività di volontariato, riflessione, preghiera. Fra queste è sicuramente da citare l’esperienza che vede coinvolto il Liceo Vida: una settimana a Pietrasanta (Lucca), presso una casa diocesana locale, dove alla condivisione e alla spensieratezza marittima si aggiunge l’attenzione verso ragazzi più fragili. Il tutto è possibile grazie agli educatori della società cooperativa sociale Gruppo Gamma di Cremona, che si occupa di riabilitazione psichiatrica e neuropsichiatria infantile, e con il supporto di volontari dell’oratorio del Bosco ex Parmigiano. Complessivamente una sessantina di persone, che si sono messe a disposizione dei più deboli scegliendo di trascorrere una vacanza alternativa.


Affiancando gli operatori specializzati, per sette giorni gli alunni del Vida si sono presi cura degli altri. Il gruppo ha fatto ritorno in città ieri: «Li attendiamo a Cascina Moreni. Insieme ad una ventina di studenti sono partiti anche professori e famiglie – spiega don Marco D’Agostino –. Una bellissima esperienza che si ripete da 12 anni e che seppure in forma ridotta non si è fermata nemmeno durante la pandemia». Nel tragitto di rientro a raccontare è stata l’insegnante Caterina Piva, che ha guidato i ragazzi insieme ai colleghi Samuele Lanzi, Anna Biazzi e Margherita Costa.

Don Marco D’Agostino

«La partecipazione è libera e hanno aderito allievi di varie classi, dalla prima alla quinta – spiega Piva –. Si tratta di un’esperienza di servizio, valida anche come alternanza scuola-lavoro visto che i ragazzi sperimentano un ruolo educativo e formativo importante. Una settimana unica, di comunità, che porta ad un arricchimento da entrambe le parti. E non finisce tutto con la vacanza, perché ogni anno molti studenti scelgono di portare avanti la loro attività di volontariato. Ci ringraziano per l’opportunità e inoltre si creano amicizie reali». Il confronto coi ragazzi più fragili non porta ad evidenziare differenze, dunque, ma anzi a saldare rapporti e a riconoscere le unicità di ognuno. Non a caso il tema di quest’anno è stato la ‘Parabola dei talenti’, con l’intento di evidenziare le singole straordinarietà.

Gli alunni del Liceo Vida a Pietrasanta, dove si sono occupati della riabilitazione di giovani fragili 


«Non è la solita vacanza – hanno scritto alcuni degli studenti del Vida sulle pagine del ‘diario di bordo’ dalla Toscana –: non è sole e mare, è tanto altro. È un luogo colmo di arte e spiritualità, è il profumo degli oleandri e il viola delle bougainville, è l’arancione del tramonto da una sala da pranzo affollata e piena di risate, è il rumore dei piatti in cucina, il gusto di pollo e patatine, il sorriso cordiale della Bernie e gli occhi vispi delle monache, le corse alle docce e i tavoli da apparecchiare».

«Viviamo il tempo cercando di comprendere il significato della parola ‘servizio’ - continua -, trascorriamo le giornate in compagnia di persone uniche e straordinarie cercando di mettere da parte noi stessi e di guardare al ‘noi con gli altri’. Servire diventa infatti offrire il proprio tempo a quanti hanno bisogno di riceverne e a volte hanno poco da restituire. Seguire chi è più trascurato ci aiuta a diminuire la ricerca di gratificazione personali. La competizione dei giochi non serve a primeggiare ma a offrire i nostri talenti che ci sono stati donati. Tutto ciò – concludono – ci sta aiutando a comprendere che servire non ci fa diminuire, ma ci fa crescere. E che c’è più gioia nel dare che del ricevere». Hanno imparato tanto, i giovani cremonesi. Ma da queste parole si evince che hanno anche tanto da insegnare.

NEGLI ORATORI  DI LOCRI PER AIUTARE I BIMBI CALABRESI

di Stefano Sagrestano

CREMA - Dalla diocesi cremasca alla Locride, per stare a fianco dei bambini e dei giovani che vivono situazioni di difficoltà, ma anche semplicemente per dare una mano alle iniziative estive degli oratori della diocesi calabrese. Sono pronti a partire sette ragazzi e ragazze che hanno da poco concluso la quarta superiore e sostenuto l’esame di Maturità. Li guida Fabrizio Motta, referente Caritas per il progetto ‘Giovani o the road’, ormai una tradizione consolidata della solidarietà cremasca, interrotta solo nel 2020 a causa del Covid.

Ragazzi e ragazze che hanno partecipato a un grest organizzato nella Diocesi di Locri

«Quest’anno, per mancanza di adesioni, non abbiamo potuto organizzare il primo campus previsto per questo mese di luglio – racconta Motta –: avremmo dovuto raggiungere Scutari in Albania, come sempre fatto in passato. Ci concentriamo dunque sull’impegno nella diocesi di Locri. Viaggeremo in treno, partenza sabato». La Caritas diocesana e la Pastorale giovanile sono i promotori dell’iniziativa. I cremaschi resteranno in Calabria due settimane.

Fabrizio Motta durante un incontro al San Luigi

«La proposta ha come obiettivo di approfondire la conoscenza del territorio e di cimentarsi nell’animazione dei bambini e nelle attività proposte dalla Caritas locale – sottolineano gli organizzatori –: i campi estivi sono un modo per i giovani di occupare il proprio tempo libero, in maniera costruttiva. La relazione con la persona in difficoltà o comunque con chi vive una situazione di disagio, infatti, non può lasciare indifferenti e quindi rappresenta sicuramente un’occasione di crescita per i giovani cremaschi che hanno scelto di partecipare a questa esperienza».

I ragazzi che si sono resi disponibili sono già da anni impegnati nei rispettivi oratori. Qualcuno ha partecipato anche ad iniziative come gli stessi campus, organizzate sempre da Caritas e pastorale giovanile diocesana. Per tutti sarà l’opportunità di scoprire quanto sia arricchente rispondere a un ampio ventaglio di bisogni.

DA SPINO D'ADDA UN TUFFO NELLA PALERMO CHE RESISTE

SPINO D'ADDA - Una settimana entusiasmante quella appena conclusa da un gruppo di adolescenti, una ventina, dell’oratorio San Luigi di Spino d’Adda. Accompagnati da don Alberto Fugazza e dal neo sacerdote, il vicario don Alberto Orsini, i ragazzi sono stati a Palermo proprio nei giorni della commemorazione dell’attentato di via D’Amelio, dove persero la vita il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Hanno così conosciuto da vicino la storia del magistrato e quella del collega Giovanni Falcone, visitato i luoghi simbolo del loro martirio nella lotta a Cosa nostra. Imparato cosa significa essere servitori dello Stato.

I ragazzi di Spino d’Adda a Palermo

Oltre a ciò hanno visitato la città e i suoi monumenti, e poi sono stati a Brancaccio, altro quartiere simbolo del no al crimine organizzato. Il quartiere di don Pino Puglisi ritratto nel grande murales di piazza Anita Garibaldi: là dove sorge la casa museo dedicata al sacerdote ucciso dalla mafia e adesso beato. Un’altra occasione, per i ragazzi spinesi, di conoscere un eroe della lotta alla mafia. Un prete col sorriso sempre stampato sulle labbra che voleva togliere i ragazzi dalla strada. «Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto», diceva don Pino, camminando per le strade della sua Brancaccio: insegnamento che i ragazzi di Spino hanno portato a casa dal loro viaggio.

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