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LA LIUTERIA SULLA VIA DELLA SETA

Cremona e Pechino unite dalla musica

Il concerto Suoni d’Oriente ha chiuso all’auditorium la missione cinese

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

13 Agosto 2023 - 18:04

Cremona e Pechino unite dalla musica

Un momento del concerto Suoni d’Oriente (FotoLive/Paolo Cisi)

CREMONA - Oriente e Occidente s’incontrano sui righi del pentagramma, nel dialogo fra violino e pipa, strumento tradizionale cinese. Così ieri sera all’auditorium Arvedi liuteria e musica si sono confermate ambasciatrici preziose per far dialogare mondi diversi e distanti, civiltà millenarie che hanno contribuito alla storia culturale dell’umanità: l’Italia e la Cina.

Si è conclusa col concerto Suoni d’Oriente la missione della delegazione del Conservatorio centrale di Pechino, guidata dal suo presidente Yu Feng e dal direttore della sezione liuteria, Gao Tong Tong.

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 I protagonisti della serata (foto Archivio Cciaa)

Dopo aver firmato una lettera d’intenti per avviare la collaborazione fra la scuola di liuteria Stradivari e il conservatorio cinese, il concerto ha portato in scena musicisti/docenti del Conservatorio centrale di Pechino impegnati a eseguire brani di musica contemporanea cinese, alla presenza degli stessi compositori.

Nel suo discorso d’apertura Yu Feng ha sottolineato come questa esperienza rappresenti simbolicamente un ponte fra i due Paesi, le due città: Cremona e Pechino. E ieri sera l’auditorium Arvedi risuonava di tante lingue diverse, non solo il cinese e l’italiano, tanti gli spettatori non italiani, tanti i liutai presenti per una serata che ha confermato come la piccola Cremona possa essere città dal respiro internazionale.

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Lan Weiwei mentre suona la Pipa, liuto cinese (foto Archivio Cciaa)

Il concerto all’auditorium ha fatto seguito a quello tenutosi in settimana a Vienna nientemeno che al Musikverein, complice l’accordo del Central Conservatory Of Music di Pechino con le Universal edition che hanno accolto nel loro catalogo i compositori cinesi: Chang Ping, Chen Xinruo, Dai Bo, Hao Weiya, Jia Guoping, Tian Tian, Zhang Shuai.

Tutto questo si è tradotto nella dimostrazione di come la musica — anche quella contemporanea — rappresenti il terreno fertile per una comune lingua che oltrepassa le differenze culturali e linguistiche senza negarle.

Il concerto si è aperto con Le increspature dello spazio tempo II di Jia Guoping di grande eleganza armonica fino a chiudersi con l’esecuzione in prima mondiale di Campanella al vento di Chang Ping. Ma a ben esprimere come le tradizioni musicali possano intrecciarsi è stata la libera riscrittura del Canon di Pachabel commissionato da Shi Juan, l’arpista di Pipa al compositore Chen Xinruo in cui sonorità occidentali e orientali si sono intrecciate.

Alla fine applausi da un auditorium gremito e foto di gruppo con musicisti, compositori e rappresentanti: Ilaria Casadei della Camera di Commercio, Daniele Pitturelli, preside dello Stradivari, Anna Lucia Maramotti Politi, presidente dell’Ali, Paolo Bodini di friends of Stradivari, Simeone Morassi, presidente dell’Entenne.

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