L'ANALISI
12 Agosto 2023 - 05:10
CASALMAGGIORE (CAPPELLA) - Villa ‘Rosetta’ Mina e il suo splendido parco sono stati lasciati in eredità al WWF di Roma dal proprietario Alessandro Dei Bei, scomparso nella mattinata di martedì 10 maggio 2022, all’età di 95 anni, mentre era ricoverato all’ospedale Giuseppe Aragona di San Giovanni in Croce.
A seguire le pratiche testamentarie è stato l’avvocato Emilio Azzini, che dà conferma della notizia: «L’ingegner Dei Bei ha deciso di lasciare tutto al WWF e le sue volontà sono state rispettate».
Azzini ben conosce la proprietà, essendo di Cappella: «È un posto molto bello, con alberi di notevole valore. Ricordo quando all’interno del parco venne organizzata anche una caccia alla volpe. E ricordo anche il nome di uno dei cavalli dell’ingegnere, Mon Amì». La scelta dell’ingegnere si deve probabilmente alla volontà di affidare lo spazio verde ad una realtà in grado di tutelarla.
Dei Bei apparteneva a una famiglia di origini nobiliari, derivando da una antica famiglia patrizia veneziana. Non si era mai sposato. Aveva lavorato all’Enel di Milano, città in cui aveva abitato trasferendosi nell’ultima parte della sua vita a Cappella, nell’imponente maniero a poca distanza dalla chiesa della frazione. Di quella dimora si parlò il 14 agosto 2018, quando lo stesso ingegnere denunciò ai carabinieri il gesto di vandali-piromani che alcuni giorni prima, protetti dal buio della notte, avevano appiccato il fuoco a quattro alberi secolari del grande parco che circonda la residenza di famiglia, nei pressi di quello che fu il galoppatoio. Mai, prima di quell’episodio, la villa era stata oggetto di atti vandalici, mentre nel 2003 erano invece stati rubati numerosi oggetti antichi.
L’ingegnere veniva a Cappella da giovane a trascorrere le estati, prima di trasferirsi da Milano alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso. La villa in passato è stata anche utilizzata per eventi benefici.
Il complesso si trova tra via Mantegazza e la consortile strada della Torre. Risale al Seicento e fu ristrutturata a padiglione di caccia nel 1763 dalla famiglia Mina di Casalmaggiore, da cui discendeva in linea materna Dei Bei. Nel libro ‘Giardini cremonesi’ a cura di Marida Brignani e Luciano Roncai, edito dalla Provincia, con foto di Luigi Briselli, si parla anche di Villa Mina e si ricorda che «l’impianto arboreo del parco annovera quasi tutte le essenze allignanti nella zona e tra queste alcuni esemplari plurisecolari. Sambuchi, bambù, carpini, ontani, pioppi, robinie bianche, tigli, ailanti, celti australi, Ginkgo Biloba, ippocastani, noci, platani, magnolie, lauri e tassi, roveri e frassini (fra i 200 e i 100 anni di vita) sono le specie risalenti alla piantumazione più e meno antica».
La struttura ‘all’inglese’ del parco «si ispira nelle forme a quella di un autentico parco dello Yorkshire, come tramanda la memoria familiare».
Un’ampia distesa a prato si estende vicino a un laghetto di 3000 metri quadrati, «con isolino dotato di ricoveri per le anitre e imbarcadero, oltre il quale un vasto spazio verde è adibito a galoppatoio».
Nella parte ad ovest si trovano radure e zone boschive che si elevano a formare un’altura: «la sommità è coronata da un belvedere, adibito secondo l’uso tipico dell’epoca a ‘caffè haus’, mentre la parte sottostante ospita una grande ghiacciaia».
Alcune panchine e statue in pietra di Vicenza del 19esimo secolo costituiscono l’arredo in dotazione al verde. Per Brignani e Roncai il complesso «appare una felice e poetica ‘citazione’ dell’Inghilterra nella campagna padana».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris