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TRAGEDIA IN MONTAGNA

Shock per la morte di Capurso, fotografo dei paesaggi

Gli amanti della montagna sono fra i primi a ricordarlo, raccontarlo, rendergli omaggio. L'assessore Burgazzi: «Con Carlo ci sentivamo spesso per confrontarci sulla città e sulle tematiche ambientali a lui tanto care.»

Elisa Calamari

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09 Agosto 2023 - 18:47

Dolore per Capurso, signore della fotografia

Carlo Capurso e la Cima Moren

CREMONA - Aveva compiuto 79 anni lo scorso 16 aprile ma scorrendo la sua biografia, il suo curriculum e una parte dell’enorme produzione fotografica, sembra di avere a che fare con l’energia di un ragazzo. Carlo Capurso non stava mai fermo: nonostante il carattere schivo e pacato era fonte inesauribile di idee, spunti, iniziative, progetti. Lo dimostrano le innumerevoli collaborazioni con associazioni ed enti, cremonesi ma non solo, e soprattutto lo dimostra il cordoglio espresso da più parti dopo la notizia del suo decesso.

Su quella montagna immortalata tante volte con la sua Canon digitale Eos 1200 D, il 79enne originario del Molise ha perso la vita attorno alle 14 di ieri. Un passo falso mentre stava scendendo dalla Cima Moren a quota 2.300, in territorio di Borno (Brescia). La caduta in un burrone, da un’altezza di circa 150 metri, non gli ha lasciato scampo. Di sicuro non era uno sprovveduto, perché da cinquant’anni faceva e organizzava escursioni con il Cai di Cremona. Da trenta era anche iscritto a Mountain Wilderness Italia, movimento ambientalista internazionale che annovera fra i soci i più famosi alpinisti del mondo. E proprio gli amanti della montagna sono fra i primi a ricordarlo, raccontarlo, rendergli omaggio. Spiegano che qualche decennio fa Capurso era stato anche precursore delle foto a 360 gradi scattate dalle vette: panoramiche suggestive, frutto di competenza e fatica.

Parole di cordoglio e affetto vengono espresse poi dal gruppo lavoratori anziani dell’Ocrim, dove Capurso è stato operaio fino alla pensione, così come dal Gruppo fotografico cremonese dell’Adafa, al quale era iscritto, e dal Wwf Lombardia che lo ringrazia «per essere stato per decenni attivista e portavoce a Cremona».

E poi le istituzioni, a partire dall’assessore alla Cultura Luca Burgazzi: «Con Carlo ci sentivamo spesso per confrontarci sulla città e sulle tematiche ambientali a lui tanto care. Gli sia lieve la terra».

Capurso era anche socio della So.Crem - Cremona Aps (società per la cremazione) dal 1999. «Da noi ha rivestito il ruolo di consigliere e sindaco effettivo per diversi anni – lo ricorda con stima e affetto la presidentessa Rosangela Locatelli –. Pur essendo uscito dal direttivo, restava socio ed è sempre stato fra i primi ad aiutarci, anche in occasione del trasloco della sede. Preciso, puntuale, generoso: quando prendeva un impegno faceva di tutto per onorarlo».

So.Crem, che raccoglie appunto le volontà in fatto di cremazione da parte degli iscritti, è depositaria anche di indicazioni fornite da Capurso in caso di suo decesso. E così oggi Locatelli si è messa in contatto con le autorità bresciane per collaborare nell’organizzazione del rientro della salma in città.

Dopo il recupero da parte della Guardia di finanza, il corpo di Capurso era stato portato all’obitorio dell’ospedale di Esine a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’ipotesi più avvalorata, sulla base degli accertamenti effettuati anche dai carabinieri di Breno, resta quella della tragica fatalità. Probabilmente legata alla roccia friabile.

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