L'ANALISI
06 Agosto 2023 - 10:28
BRESCIA - Il mondo della sanità cremonese piange la scomparsa del dottor Federico Buffoli, classe 1956, bresciano, primario di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore e all’Oglio Po per oltre dieci anni. Ha lottato con tutte le sue forze contro la Sla, che non gli ha dato tregua.
Noto e stimato da tanti cremonesi, Buffoli aveva cessato l’attività nel febbraio del 2021: si era trattato di un pre pensionamento, come lui stesso — con coraggio e con il suo inconfondibile timbro di voce, brillante e travolgente — aveva spiegato in una intervista al giornale ‘La Provincia’. «Purtroppo sono alle prese con la Sla, sono su una sedia a rotelle — aveva detto l’ex l’ex primario —. Sarei andato avanti molto volentieri a lavorare, ma la malattia me lo ha impedito. Ne parlo in modo razionale perché da medico non potrebbe essere diversamente. Si tratta di una malattia inaccettabile».
Buffoli era anche entrato nel dettaglio della sua situazione personale. «Nel mio caso la Sla è partita dalle gambe, oggi faccio fatica a spezzare con le mani uno stuzzicadenti, mentre per tutta la vita ho manovrato endoscopi con disinvoltura».
Sentirlo parlare in modo così aperto, senza giri di parole, non era stata una sorpresa per chi aveva avuto la possibilità di conoscerlo. Buffoli è sempre stato così: schietto, diretto, aperto.
«I problemi di salute — aveva aggiunto — mi hanno costretto a ritirarmi, qui a Brescia, la mia città, insieme alla mia famiglia e vicino ai miei amici. Sono tranquillo, perché lascio un reparto di professionisti molto preparati. Ho passato a Cremona anni molto belli, dal punto di vista professionale ho affrontato molte patologie. Devo ringraziare molte persone, a partire dal dottor Paolo Bodini con cui il progetto della nostra struttura ha mosso i primi passi. Un saluto speciale all’associazione Amici dell’Ospedale che mi ha supportato, fornendo macchinari e strutture di alto livello. E poi, naturalmente, a tutti i colleghi, con cui ho lavorato, il mio gruppo, la mia squadra. A loro va un abbraccio, a tutti, uno per uno, dai medici agli infermieri agli amministrativi in segreteria. Loro sanno quanto abbiamo fatto, giorno dopo giorno».
Infine, un pensiero era andato anche ai tanti cremonesi che Buffoli ha curato e seguito. «Vorrei poter salutare tutte le persone che ho incontrato e che si sono affidate a me e al reparto — aveva concluso Buffoli —, ho avuto modo di conoscere tanta gente a cui ho dato qualcosa e dalla quale molto ho ricevuto». Erano state queste le sue ultime parole.
IL DIRETTORE GENERALE GIUSEPPE ROSSI: « MEDICO E UOMO DI GRANDE VALORE»
«Ho conosciuto il dottor Buffoli nel 2019, al mio arrivo a Cremona. E' bastato un incontro per capire di che pasta era fatto. Da subito ho apprezzato la sua intraprendenza e il grande desiderio di fare: aveva molto a cuore gli ospedali di Cremona e Oglio Po per i quali ha iniziato percorsi speculari perché tutti i pazienti hanno gli stessi diritti. Ci teneva molto ad offrire le stesse opportunità di cura sul territorio. Come teneva molto alla formazione di altro livello e ai suoi collaboratori a cui dedicava tempo ed energie. Basta ascoltare il tam tam dei ricordi che si susseguono in queste ultime ore per rendersi conto del suo valore come medico e come uomo».
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Ero un giovane neo-specialista quando nel 2008 il dottor Buffoli mi chiese se fossi interessato a lavorare con lui a Cremona. Lui era già una figura di riferimento nel panorama dell'endoscopia italiana soprattutto nell'ambito delle tecniche resettive. Così, fiero e senza dubbi, accettai e giorno dopo giorno ho avuto la fortuna di stargli accanto e vederlo costruire una endoscopia digestiva moderna con uno sguardo sempre volto all’innovazione. Era attento alla crescita dei collaboratori nel rispetto dei pazienti e della struttura (Prima il Paziente, poi l'Ospedale poi Noi), ma non ti regalava nulla inducendoti ad acquisire abilità operatorie sul campo, col sudore e la dedizione quotidiana.
Nel momento in cui ha iniziato ad avere le prime difficoltà ho avuto ancora modo di imparare: come professionista, quando seduto in sala alle mie spalle guidava con le sue parole i miei gesti; e come uomo, quando adattandosi di volta in volta alla terribile malattia riusciva ad essere ancora positivo e trasmettere dignità e serenità. Ancora oggi, nel silenzio della sala, penso a quello che avrebbe fatto ed ai suoi consigli ed a volte rivedo nelle mie mani le sue. Ciao Federico. Grazie».
Insieme abbiamo intrapreso la nostra avventura, io come coordinatore tu come dirigente responsabile dell’endoscopia digestiva. Abbiamo iniziato il nostro rapporto professionale con grande sintonia anche grazie alla splendida umanità che ti caratterizzava. La profonda amicizia che si è creata ci ha permesso di costruire una realtà, quella del gruppo di lavoro, di cui oggi andresti fiero. Grazie di cuore, ciao Federico.
L’ultimo saluto al dottor Federico Buffoli domani, alle 16,30, presso la Poliambulanza di Brescia, dove è allestita la camera ardente.
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