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Le nostre università al top: danno molto, ricevono poco

Il 40% è tra le migliori al mondo, meglio di Usa, Francia e Cina, dove però ci sono molte più risorse

Gianni Ferretti (Pro rettore del Politecnico di Milano)

01 Agosto 2023 - 05:25

Le nostre università al top: danno molto, ricevono poco

Premessa: le università italiane sono in generale di ottimo livello. Secondo la classifica Times Higher Education, il sistema vede addirittura oltre il 40 per cento delle proprie istituzioni tra le top 1.000. «Sì, ma non ci sono università italiane fra le prime 100». Non è una lotta ad armi pari. Le top universities si possono permettere top professori, cui possono garantire top stipendi, e top laboratori di ricerca, a fronte di top tasse universitarie. L’Università di Harvard richiede 57.246 dollari di tasse all'anno, aggiungendo alloggio, cibo, libri e altre spese per il costo della vita, la spesa complessiva sale a 95.438 $ ogni anno (fonte Cnn).

L’americano medio lo scorso anno ha risparmiato 5.011 dollari: ci vogliono circa 75 anni per mettere da parte abbastanza denaro per mandare il proprio figlio in un’università statunitense di prim’ordine. E la situazione non può migliorare: un’università Usa di alto livello può addebitare tutto ciò che vuole e troverà comunque famiglie benestanti disposte a pagare qualsiasi cifra (nel 2021, negli Usa, il 70% della ricchezza era a disposizione del 10 per cento dei cittadini americani, ma questa è un’altra storia). Oppure si fanno debiti per pagarsi gli studi, debiti che negli Stati Uniti ammontano a 1.6 trilioni di dollari (12 zeri!).

Ma rimaniamo in Europa dove, per fortuna, l’intervento pubblico sostiene i sistemi universitari. Qui i dati di cui dispongo non sono recenti, ma sono credo ugualmente significativi, nel 2011 il Politecnico di Milano riceveva dallo Stato 5.600 euro a studente, contro gli oltre 65.000 euro dell’Eth di Zurigo (Svizzera), i 17.000 euro di Tu Delft (Olanda) e i quasi 14.000 euro di Tu Monaco (Germania), i nostri competitor in Europa. Il contributo statale si è successivamente ulteriormente ridotto (4.663 euro/studente nel 2016), e nel contempo si è registrato un aumento delle tasse universitarie, che pone l’Italia tra i paesi meno virtuosi d’Europa (secondo il rapporto Eurydice della Commissione Europea negli ultimi due anni due anni si è però registrato un timido miglioramento dal punto di vista dell’importo medio delle tasse annuali e dell’accessibilità alle borse di studio).

L’università è gratuita in Cipro, Danimarca, Finlandia, Grecia, Malta, Montenegro, Norvegia, Svezia e Turchia, in Francia le tasse oscillano da 170 a 243 euro l’anno, in Germania da 50 a 75 euro l’anno. Stendiamo poi un velo pietoso sul confronto fra le diverse disponibilità di borse di studio in Italia e nei vari Paesi europei. Nel giudicare il posizionamento nelle classifiche quindi si tenga conto delle disparità di risorse a disposizione, si può scoprire che al costo di una Panda, grazie alla bravura del pilota, si possono ottenere piazzamenti degni di una Ferrari (le Red Bull rimangono sempre lontane purtroppo).

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