L'ANALISI
29 Luglio 2023 - 05:15
SAN DANIELE PO - Dopo la nascita del Comitato del no alla fusione con San Daniele con il primo intervento pubblico, arriva la dura presa di posizione del primo cittadino rivierasco Davide Persico. «Trovo irrispettoso e ineducato affermare che si voglia la fusione ma non con San Daniele, dopo anni di scuola dei nostri ragazzi assieme e di condivisione di servizi e aiuti reciproci». Il comitato infatti, in sintesi, aveva spiegato che «non si tratta di un no all’ipotesi di fusione in quanto tale, ma un no alla modalità, ovvero al comune scelto altamente indebitato e con un bilancio in dissesto». Parole a cui ha voluto controbattere il primo cittadino sandanielese prima della chiusura del consiglio che si è tenuto giovedì sera.
«Si tratta di affermazioni profondamente strumentali sulla nostra situazione economica e non si vuole far passare il messaggio che la fusione è un’operazione amministrativa complessa che coinvolge il 100 per cento dei servizi che i comuni garantiscono, con la possibilità addirittura di implementarli. Si mette addirittura in dubbio, nonostante leggi nazionali vigenti, che quei 4 milioni di finanziamenti alla fusione possano anche non arrivare. Invece non solo c’è la certezza che questi fondi arriveranno, ma con il recente decreto legge a questi dieci anni di fondi ne aggiunga altri cinque, incrementando notevolmente l’aiuto iniziale per il funzionamento del nuovo paese».
Il sindaco pone l’accento che «credo sia mancanza di prospettiva il non considerare tutti i benefici di questa operazione, portando il paese a 2.500 abitanti e diminuendo le spese, riducendosi invece a bieche manovre finalizzate solo al fatto di arrivare in maniera statica alle elezioni comunali del 2024. Penso sia politica fine a sé stessa e non lungimiranza amministrativa rivolta al bene dei cittadini». Persico entra nel merito di come dovranno essere impiegati i fondi per sistemare la questione finanziaria di San Daniele anche dopo l’intervento della minoranza olmense.
«Negli incontri pubblici è stato ampiamente spiegato e mi stupisce che gli esponenti della minoranza di Pieve d’Olmi, che ho incontrato anche a casa loro in privato per spiegare bene il meccanismo, finga di non esserne a conoscenza, sbandierando ipotesi che coinvolgerebbero le finanze di Pieve. Sinceramente immaginavo che la questione economica fosse già ben chiarita con i piani di rientro di San Daniele e la suddivisione dei fondi che, la futura amministrazione, deciderà in proporzione di utilizzare per risanare il bilancio di San Daniele. Debito che peraltro è ben diverso da quello riportato nell'articolo del comitato».
Sui vantaggi della fusione il primo cittadino, dopo i quattro incontri pubblici, non si esprimerà più. Spetterà al comitato per il ‘Si’, farlo. Persico si stupisce del continuo riferimento al mantenimento delle identità. «Sembra che si parli di due etnie che si incontrano, mentre abbiamo a che fare con due comuni che collaborano da più di 30 anni, hanno condiviso servizi e sono contigui». Un’ipotesi di fusione con Bonemerse, Stagno o Malagnino viene letta dal primo cittadino come «la volontà futura di questi nuovi candidati alle elezioni di chiudere le scuole di San Daniele per dislocare i ragazzi sui paesi limitrofi».
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