L'ANALISI
27 Luglio 2023 - 05:15
Il consiglio comunale di Pieve D'Olmi
PIEVE D'OLMI - In paese è nato il comitato del ‘No a questa fusione’. La decisione arriva dopo il consiglio comunale della scorsa settimana in cui è passata con due voti contrari della minoranza e un astenuto della maggioranza, la decisione di indire il referendum per la fusione il 24 settembre. «Il comitato – spiega il portavoce Simone Priori – non è ancorato a logiche campanilistiche o contrario alla fusione in generale ma siamo contrari a questa fusione con un paese come San Daniele altamente indebitato e con un bilancio in dissesto».
Dunque, non si tratta di un no all’ipotesi di fusione in quanto tale, ma un no alla modalità, ovvero al comune scelto con cui imbastire il progetto ed il percorso. In attesa di capire se nascerà anche un comitato per il Sì, c’è chi spiega con fermezza i motivi che hanno portato alla costituzione di questo comitato. «Il nostro obiettivo è invitare i cittadini a partecipare al referendum votando per il No, informandoli attraverso una fonte alternativa rispetto a quella unica delle amministrazioni Comunali», aggiunge Priori.
A breve verranno attivati i canali social e il sito web www.comitatono.it. Tre gli aspetti che vengono esplicitati dal comitato: il contributo statale straordinario a seguito della fusione, la valutazione dell’iter che ha portato alla decisione di porre in essere una fusione, la storia e il rispetto delle identità che contraddistinguono i due paesi.
«Siamo contrari alla fusione tra i Comuni di Pieve d'Olmi e San Daniele perché nei vari incontri pubblici organizzati dalle amministrazioni vengono argomentati i dati relativi alle entrate e alle uscite dei rispettivi comuni, dai quali si evince che San Daniele ha una debito da finanziamento da stato patrimoniale, al 31 dicembre 2022, pari a 2.138.139,35 euro ai quali vanno aggiunti 122.915,96 euro di interessi passivi annui sui mutui che, congiuntamente, hanno determinato il dissesto finanziario. Pieve d'Olmi ha un debito da finanziamento di stato patrimoniale, sempre al 31 dicembre 2022, di 448.592,31 euro, sul quale maturano interessi passivi annui pari a 7.650 euro. Viene sbandierato che, a Comune fuso, ci sarà un contributo statale straordinario decennale di 403.933 euro divisi in 167.384 euro per il Comune di Pieve d’Olmi e 236.548 euro per San Daniele».
Da qui Priori a nome del comitato esprime due considerazioni. «È davvero un peccato che sino ad ora, nessuno dei relatori che si sono avvicendati nei diversi incontri si sia prodigato nel sottolineare che i contributi straordinari statali non sono affatto sicuri e garantiti, ma regolati dalla legislazione attuale. Qualora la normativa vigente subisse delle variazioni, nel corso dei primi dieci anni, il nuovo comune fuso potrebbe correre il rischio di vedersi accreditare contributi straordinari anche di gran lunga inferiori alle aspettative o, addirittura azzerati qualora il Governo decidesse di interromperne l'erogazione ai comuni oggetto di fusione. E allora che si farebbe? I consistenti debiti, con i relativi interessi passivi, rimarrebbero comunque assolutamente da onorare, con conseguente grave sbilanciamento per il nuovo comune. Siamo ottimisti e diamo per certo che i contributi straordinari statali arrivino nell'ammontare previsto ogni anno così da poterne usufruire, ovviamente per quella parte di contributo annuo che rimarrà, dovendo, prima di tutto, con esso prestare fede agli impegni pregressi, ovvero pagare i debiti pari a più di 2,6 milioni».
Da qui nascono ulteriori dubbi «come sarà poi possibile, terminato il periodo soggetto a contribuzione straordinaria, per il nuovo comune far fronte in modo adeguato all'amministrazione e alla gestione di un territorio sicuramente più esteso, complesso, articolato e con maggiori criticità rispetto alle condizioni attuali, con le sole entrate ordinarie, considerando poi che già adesso entrambi i Comuni soffrono della mancanza di personale essendo sotto organico? Perché fonderci con un Comune che ha un debito così considerevole e non con Stagno, Malagnino o Bse». La strada verso la fusione si presenta subito in salita. Il resto si vedrà al momento del freferendum.
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