L'ANALISI
28 Luglio 2023 - 16:45
L'assessore Claudia Maria Terzi e uno scorcio della Paullese
CREMA - Una riunione che si annuncia fondamentale, per capire come sarà possibile reperire i 17 milioni di euro, che mancano all’appello per coprire gli aumentati costi di realizzazione del secondo ponte sull’Adda della Paullese. Il raddoppio dell’attuale, in territorio di Spino, sarà del resto al centro della riunione in programma mercoledì alle 10 in Provincia. L’assessore alle Infrastrutture della Regione, Claudia Maria Terzi, ha già confermato la sua presenza.
«Avevamo richiesto mesi fa questo incontro — interviene il presidente dell’Area omogenea cremasca e sindaco di Offanengo Gianni Rossoni —: abbiamo più volte sottolineato quanto quest’opera sia prioritaria per il territorio cremasco e non solo, direi a livello provinciale, per non lasciare incompiuto il raddoppio della Paullese. E garantire la sicurezza all’imbocco del ponte. La riunione avrà come principale obiettivo valutare le possibili opportunità di reperire dei 17 milioni. Poi, è chiaro, che avverrà anche un confronto sul resto delle opere infrastrutturali fondamentali per l’intera provincia. Un focus generale che ci vedrà sicuramente molto interessati».
A fare gli onori di casa sarà il presidente dell’amministrazione provinciale, Mirko Signoroni, che l’inverno scorso, in occasione della campagna elettorale delle regionali, aveva comunicato ai colleghi amministratori locali l’aumento dei costi del progetto di raddoppio: da 21 a 38 milioni di euro. Il motivo è legato al rialzo dei prezzi delle materie prime, che va ad incidere su tutti i cantieri in programma.
Il secondo ponte è previsto in acciaio, materiale il cui prezzo è salito. Lo studio originario è ormai prossimo a compiere dieci anni: risale al 2014, ma è rimasto fermo in attesa del via libera tra ministero delle Infrastrutture e dicastero dell’Ambiente, compresa la lunga attesa al Comitato interministeriale per lo sviluppo economico. Arrivati tutti i «sì» da Roma, la palla è tornata alla Provincia per gli adeguamenti: soprattutto in merito alle mitigazioni dell’impatto ambientale del manufatto che, va ricordato, sarà costruito a fianco dell’esistente.
Si unirà dunque alla superstrada a due corsie per ogni senso di marcia, che si ferma poche centinaia di metri prima del fiume. Inoltre, il vecchio ponte asburgico, chiuso da decenni, dovrà essere recuperato come percorso ciclopedonale, per i mezzi del parco Adda sud e per i trattori degli agricoltori, che abbiano terreni su una e l’altra sponda.
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