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SONCINO

Dopo 20 anni le campane suonano i rintocchi per Ezzellino

Dopo il restauro della Torre Civica, torna la tradizione che si rinnova ogni mercoledì in onore del vicario del Sacro Romano Impero e braccio destro di Federico II

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

26 Luglio 2023 - 17:48

Dopo 20 anni le campane suonano i rintocchi per Ezzellino

Uno scorcio del torrazzo comunale e un ritratto di Ezzelino da Romano

SONCINO - Stamattina i soncinesi hanno sentito una melodia che non si udiva da vent’anni. Anzi, i giovanissimi non l’hanno proprio mai ascoltata prima. Le campane, infatti, si sono messe a suonare all’impazzata una strana sequenza, tra il cupo e il vivace, esattamente alle 8.45 del mattino. Perché? Perché proprio di mercoledì, 764 anni fa, in piazza del Comune moriva Ezzelino da Romano, vicario del Sacro Romano Impero e braccio destro di Federico II. La scampanata fu voluta da Buoso da Dovara, signore di Soncino e vecchio amico che lo tradì dopo la scomunica papale. Da quel giorno i soncinesi, per statuto del Comune, hanno ripetuto la tradizione ogni settimana per secoli. Fino al guasto delle campane che, come la Torre Civica, sono appena state restaurate.


Ma da dove viene questa musica e, soprattutto, come facciamo a conoscerla. Il merito è di uno storico (ed ex sindaco) soncinese, Ermete Rossi. «Da sempre, nello statuto comunale, in ogni secolo e sotto ogni dominazione e Stato, Soncino ha dedicato un capitolo a questa scampanata. Si tratta di una tradizione importantissima per la città e racconta non solo un episodio storico molto celebre ma anche, e soprattutto, una vicenda umana» spiega il ricercatore e scrittore.

L’ingresso ‘nascosto’ alla torre visto dalla via de’ Mercanti

«Ezzelino infatti stava per conquistare l’Italia intera per ordine di Federico II, il suo imperatore, e al suo fianco aveva come alleato Buoso da Dovara. Che, però, quando il Papa scomunicò il vice-imperatore, finì per tradirlo e lo imprigionò nella battaglia di Cassano d’Adda portandolo a Soncino, dove morì imprigionato. Questa storia – chiosa Rossi – ci fa capire perché questa melodia funebre non sia festosa e d’augurio, come era d’uso, ma ‘mediana’, contenuta, triste. Il condottiero che tradì Ezzelino, insomma, si sentiva in colpa per quel che aveva fatto al vecchio amico e la sua testimonianza è arrivata fino a noi, attraverso le campane».


Ma chi suona le campane? Com’è possibile questa precisione? Qui il romanticismo lascia il passo alla modernità: oggi è una centralina computerizzata, appena aggiornata. I dati, dalla sequenza dei suoni all’orario, sono stati inseriti in modo tale che d’ora in poi la scampanata accompagni i soncinesi per sempre, ogni mercoledì mattina di ogni settimana. Per chi abita all’ombra della rocca una bella sorpresa e un gradito ritorno. Per i turisti uno spettacolo in più nell’attesa, che sarà breve, di vedere la torre riaperta.

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