L'ANALISI
26 Luglio 2023 - 16:55
Don Massimilano Camporese e la 'Casa della gioventù'
CASTELVETRO - Nulla da invidiare alle guerreschiane diatribe fra don Camillo e Peppone: dopo l’intervento del sindaco Silvia Granata, don Massimiliano Camporese torna infatti a parlare dell’oratorio ‘Casa della gioventù’. Respingendo critiche e chiarendo punti. «Risulta compito arduo comprendere il ‘volo pindarico’ nel quale si sono innalzati i commenti della signora sindaco – inizia il sacerdote –, contattata dai media per la carica che ricopre e non perché una delle tante cittadine che si possono permettere il lusso di parlare a titolo personale. Ma proprio a salvaguardia di chi mi ha preceduto, di don Panini che l’ha creata, delle imprese locali che l’hanno costruita, della comunità intera che l’ha sempre fortemente voluta, sono opportune e doverose precisazioni».
Don Massimiliano spiega che lo spirito che ha mosso e muoverà ogni decisione della parrocchia è il bene comune: «È arrivare a ritrovare ed implementare il progetto originale attraverso catechesi, cultura, sport, iniziative per i giovani. Vogliamo ridonare alla comunità un luogo di aggregazione sano, di crescita spirituale ed umana». Il don «per eleganza» sceglie di omettere alcuni aspetti delle passate gestioni, pur ricordando «che la situazione era stata portata all’attenzione dei più anche cercando una cooperazione con la precedente amministrazione, non ultimo con un consiglio pastorale parrocchiale ad hoc». Non solo: parla di una non meglio specificata «denuncia alle autorità competenti per quanto consumatosi nell’edificio».
Si dice però lontano dall’intento di attaccare sul piano personale né vuole giudicare chi lo ha preceduto, che siano parroci o amministratori comunali: «Quello però che è passivo di giudizio sono gli atti posti e i loro risultati – continua –. Tentare di far sorgere negli animi sentimenti negativi o di indignazione come pretesto per non agire, appartiene ad altre modalità e ad altri ambiti che pensiamo potrebbero operare meraviglie per la comunità. Noi, anche ingenuamente, siamo ancora per la cultura del ‘custodire e coltivare’».
Il don ribadisce quindi i punti cardine del progetto di recupero, per il quale certamente c’è ancora molto da fare. E proprio in merito ai lavori in corso, sottolinea: «È quasi imbarazzante osservare che tutto il materiale che si sta accatastando e pronto per la discarica (aspetto sottolineato da Granata, ndr) debba essere posizionato all’esterno prima di ripulire e vedere come riarredare il luogo. Come parrocchia abbiamo deciso di provarci, di riaprire invece di lasciare questo bene chiuso, in abbandono, o di venderlo. Abbiamo la massima stima e fiducia nella comunità di Castelvetro, senza il cui apporto non sarebbe stato possibile erigere la ‘Casa della gioventù’, come non sarebbe possibile farla risorgere. Tutti potranno partecipare e speriamo si sentano anche in un certo senso in dovere di farlo. Siamo certi che anche la signora sindaco si darà da fare con grande entusiasmo. Come sindaco e come cittadina».
Don Massimiliano infine si lascia andare ad una replica più personale, legata alle varie critiche ricevute durante lo svolgimento del suo ruolo: «Non si può e non si deve piacere, ‘Guai a voi quando tutti diranno bene di voi’ dice il Vangelo di Luca. Quindi se commenti negativi, insulti o attacchi alla mia persona alla fine concorrono alla realizzazione di opere belle e significative... che ben vengano. Si guardi quanto accaduto per l’asilo parrocchiale: contra factum non valet argomentum».
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