L'ANALISI
FONDAZIONE BENEFATTORI CREMASCHI
22 Luglio 2023 - 05:10
La storica sede di via Kennedy della Fondazione Benefattori Cremaschi in una foto d'archivio
CREMA - Dopo otto mesi di attesa, la prossima settimana i 400 dipendenti della Fondazione Benefattori Cremaschi riceveranno la seconda e ultima tranche degli arretrati, dovuti a seguito del rinnovo del contratto di lavoro firmato a novembre. La prima era stata pagata a giugno. Questo ritardo, nelle scorse settimane, aveva sollevato diverse proteste. Un gruppo di dipendenti storici aveva anche diffuso un volantino nel quale denunciava, oltre al ritardo nella corresponsione degli arretrati, il mancato pagamento di liquidazioni, ritardi con i fornitori, mancata assunzione di medici e infermieri e il fatto che da febbraio dello scorso anno la Fondazione sia priva di un direttore generale, incarico assunto dalla presidente del Cda Bianca Baruelli.
Sulla scorta di queste voci, lo stesso Cda ha scritto un comunicato ai dipendenti per rassicurarli e per informarli che, insieme allo stipendio di luglio, verranno saldati gli arretrati e che tutto il resto è in perfetta regola. Per aiutare a fare chiarezza sulla situazione della Fbc, che gestisce la casa di riposo di via Zurla e la residenza sanitaria assistita di via Kennedy, interviene Roberto Dusi, sindacalista Cisl-Fp Asse del Po: «Il Cda ci ha messo per iscritto che giovedì verrà saldata la parte mancante degli arretrati, cosa che i dipendenti attendono da novembre. La Fondazione ha difficoltà economiche, ma pagare i lavoratori e investire sul personale dovrebbe essere la prima cosa. La serenità di chi lavora rende migliore l’assistenza verso i malati».
A novembre era stato rinnovato un contratto fermo da nove anni. Secondo Dusi, il tipo di accordo collettivo rende difficile trovare personale da assumere: «La Fondazione benefattori ha adottato il contratto Uneba, in ragione del quale un infermiere prende circa 300 euro al mese meno di un collega che lavora in ospedale. È una scelta politica. L’accordo degli enti locali è più vantaggioso da punto di vista economico e normativo. A queste condizioni, è chiaro che non ci sia la coda per farsi assumere in queste strutture. I migliori professionisti, appena possono, vanno via. E a volte arriva gente dall’estero con poca esperienza».
Alla base di tutto c’è l’esigenza di far quadrare i bilanci, cosa non semplice dopo due anni di pandemia e dopo i rincari della bolletta energetica: «Certamente — controbatte Dusi — nonostante l’aumento delle rette e stipendi di importo inferiore, le Fondazioni faticano a reggere. È un problema di gestione. Chi è lungimirante sta investendo ed erogando soldi al personale. In questo modo, ha professionisti migliori e la qualità si alza». La Fondazione Benefattori Cremaschi è retta da un consiglio di amministrazione, composto da cinque membri, nominati con decreto del sindaco. L’attuale Cda è stato scelto da Stefania Bonaldi e il mandato scadrà nel settembre del 2024.
«Gentilissimi, è con piacere che vi comunichiamo che, come accordato con le organizzazione sindacali, nel cedolino di luglio, verrà erogata l’ultima tranche degli arretrati contrattuali dovuti a tutto il personale dipendente». Inizia così l’informativa che la presidente del Cda della Fondazione Benefattori, Bianca Baruelli, ha scritto ai dipendenti.
«Consapevoli che tale tema ha comportato alcune tensioni interne all’organizzazione — prosegue la lettera — riteniamo indispensabile condividere alcuni elementi con l’obiettivo di superare possibili fraintendimenti che possano impattare sul clima aziendale. Per quanto concerne i Tfr, è in definizione un piano di pagamento volto a saldare tutti i lavoratori cessati fino al 30 giugno nel minor tempo possibile e comunque non oltre l’anno corrente. Riguardo ai contratti coi fornitori, la Fondazione non è mai venuta meno ai propri obblighi garantendo puntuali piani di pagamento. È noto che la pandemia ha condizionato gli anni 2020 e 2021 e nel 2022 si è dovuto far fronte agli effetti della crisi economica che ha comportato lo straordinario rincaro dei costi energetici e dei beni di consumo in generale. Le nostre attività non si sono comunque mai fermate, abbiamo continuato ad essere al servizio della nostra comunità, a fianco delle famiglie e delle persone più fragili».
L’informativa tocca anche il tema del personale sociosanitario: «La Fondazione garantisce da sempre livelli di assistenza ampiamente superiori agli standard richiesti dalle direttive regionali, sia per le Rsa e il Centro diurno, sia per le cure intermedie dove, soprattutto nell’assistenza fisioterapica, eroga prestazioni ben al di sopra di quanto richiesto. La carenza di medici e infermieri non riguarda di certo la sola Fondazione, ma è una tema critico su tutto il territorio nazionale».
Capitolo direttore generale, che manda da 18 mesi: «Lo statuto prevede che la figura non sia obbligatoriamente prevista, avendo il Cda competenze di ordinaria e straordinaria amministrazione. La funzione è stata attribuita alla presidente ed è in corso un lavoro di riscrittura degli assetti organizzativi aziendali». La chiusura è una ulteriore rassicurazione: «Preme seriamente rassicurarvi — conclude Bianca Baruelli rivolta ai dipendenti — che l’ente, pur avendo attraversato burrasche date da fattori esogeni fuori dal proprio controllo, già evidenziati, non è messo in discussione per tenuta e solidità patrimoniale, economica e finanziaria, elementi certi di continuità aziendale così come anche rappresentato nella relazione annuale dell’organo di controllo».
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