L'ANALISI
17 Luglio 2023 - 05:30
CREMONA - Una prima giornata da dimenticare per la Freccia della Versilia, tornata in auge tre anni e mezzo dopo lo stop del 2020. Il servizio inaugurale di sabato si è concluso nel peggiore dei modi. O meglio, non si è completato affatto.
Se all’andata si era trattato 'solo' di una mezz’ora di ritardo, il rientro serale verso Cremona di circa 300 passeggeri, saliti nelle varie stazioni del litorale toscano, è stato un incubo.
La Freccia è stata fermata a Fornovo di Taro e da lì non ha più proseguito. Motivo? Secondo la testimonianza di Giuseppina Spitti di Picenengo, che era a bordo insieme a un’amica, «il capotreno ci ha spiegato che non c’erano i due macchinisti che dovevano dare loro il cambio. Ci ha detto che non erano arrivati, che lui e il collega non erano autorizzati a proseguire oltre e che dovevamo organizzarci in proprio, magari con un pullman».
A quanto pare è stata tutta una questione di competenze a livello territoriale, essendo la Freccia in servizio a cavallo di tre regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Toscana. Sta di fatto che alle 21 di sabato, centinaia di pendolari del mare si sono trovati del tutto spiazzati, bloccati sul binario di una piccola stazione appenninica.
«A occhio e croce eravamo in 300 – prosegue la signora –: quando ho ascoltato le parole del capotreno sono rimasta allibita e sconcertata. Ci hanno abbandonati a noi stessi, ho preso il telefono e chiamato i carabinieri, che a loro volta mi hanno passato la Polfer: nessuno ha saputo aiutarci concretamente. Alla fine abbiamo atteso un treno che stava arrivando a Fornovo e avrebbe poi proseguito per Milano. Solo così abbiamo almeno raggiunto Fidenza».
Rabbia e proteste dei viaggiatori non sono servite a nulla. Evidente che per chi doveva tornare a Cremona, a Brescia e a Bergamo, le città servite dalla Freccia, proseguire per Milano sarebbe stato assolutamente inutile, allungando a dismisura i tempi di viaggio, già dilatati per il maxi ritardo accumulato.
«Fortunatamente, il marito della mia amica è venuto a prenderci in auto a Fidenza – conclude Giuseppina – : sono rientrata a casa che erano le 23,30. La rabbia e l’incredulità per quello che ci è capitato, hanno soppiantato la piacevolezza di una giornata al mare. Una situazione inaccettabile, indegna di un paese civile. I venti minuti di ritardo al mattino e altrettanti al rientro si possono accettare, essere abbandonati in mezzo al nulla alle 9 di sera no».
Altre decine di Cremonesi si sono arrangiati alla meglio, cercando passaggi in auto da familiari e amici. A sera inoltrata i collegamenti ferroviari tra Fidenza e Cremona sono fermi. Il ritorno del treno che dagli Anni ’50 fino al 2020 aveva portato decine di migliaia di cremonesi in Versilia, aveva suscitato grande entusiasmo. Un risultato ottenuto grazie alla collaborazione tra le regioni Lombardia e Toscana, Trenitalia e Trenord.
«Una tratta strategica anche dal punto di vista turistico», aveva sottolineato nei giorni scorsi l’assessore regionale ai Trasporti, Francesco Lucente, tra i principali fautori del ripristino. Il collegamento sarà operativo fino al 10 settembre, tutti i sabati e i festivi, ma l’inizio non è certo stato ben augurante.
MA IL PERSONALE ERA A FIDENZA DA ORE
Secondo la ricostruzione dell’accaduto fornita da Trenord ieri pomeriggio, i colleghi di Trenitalia Toscana ritenevano che il cambio equipaggio a bordo della Freccia fosse a Fornovo, come avveniva fino al 2020. Ma Trenord non ha da anni personale abilitato alla tratta da Fornovo a Fidenza. Infatti, all’andata il cambio è stato effettuato a Fidenza. Così anche ieri.
Per questo il convoglio 2592 è rimasto due ore a Fornovo e grazie ai colleghi di Trenitalia TPer è stato portato poi a Fidenza, dove il personale Trenord aspettava da tre ore.
Da Trenitalia hanno fatto sapere che il servizio è condiviso tra le due società e che sono in corso delle verifiche rispetto alla copertura di sabato sera.
«Un debutto da dimenticare» stigmatizzano Dario Balotta e Alessio Pesenti di Europa verde. «Uno dei passeggeri della Freccia di sabato, scendendo dal treno a mezzanotte a Manerbio lo ha detto chiaro: ‘Mi sembra una presa in giro dei cittadini’. L’assessore regionale lombardo ai Trasporti Franco Lucente, che dice di essersi impegnato per il ripristino del treno intervenga ora su Trenord e Trenitalia per garantire la puntualità del treno e l’utilizzo di treni più moderni».
Quest’ultimo garantisce provvedimenti: «Sono profondamente dispiaciuto per il disagio. Sono in corso le necessarie verifiche per comprendere eventuali responsabilità tecniche e criticità, tra l’altro in una tratta che non è di competenza regionale. Soprattutto, di concerto con Trenord e Trenitalia, stiamo lavorando affinché non si verifichino ulteriori disguidi e intoppi per gli utenti in futuro».
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