L'ANALISI
13 Luglio 2023 - 05:30
CREMONA - Uno strumento di analisi e monitoraggio del mondo del lavoro, per coglierne punti di forza e criticità e per sviluppare percorsi condivisi di miglioramento e di crescita.
Si chiama ‘Il mercato del lavoro in provincia di Cremona - Per una piena ripresa serviranno i lavoratori’ ed è il rapporto presentato ieri mattina presso la sede territoriale di Regione Lombardia di via Dante, un lavoro curato da PTS in collaborazione con il settore Lavoro e Formazione della Provincia e dell’ufficio Studi, Statistica e Osservatori della Camera di Commercio.
A presentarlo, introdotti dal direttore della sede territoriale, Gianni Petterlini, il vice presidente della Provincia e delegato al lavoro, Giovanni Gagliardi, in compagnia della dirigente del settore Formazione e Lavoro della Provincia, Barbara Faroni. Ad intervenire come relatori sono invece stati Luca Schionato e Andrea Gianni, vicepresidente e project manager della Business Unit Labour Data di PTSCLAS, oltre al ricercatore Andrea Rebucini, che hanno presentato il rapporto ad una sala ricca di rappresentanti delle istituzioni locali, del sistema economico e produttivo, della rete territoriale dei servizi per il lavoro e dei servizi sociali.
Dal rapporto emergono luci e ombre, considerato che i numeri parlano di un territorio in ripresa dopo l’ondata pandemica ma che ha comunque ancora della strada da fare.
Se da una parte è vero che, sia su scala decennale che rispetto al 2019, si registra un calo sia nel totale della popolazione attiva (153.900 nel 2022, rispetto ai 166.500 del 2013 e ai 160.300 del 2019; in dieci anni -12.600) che in quello della popolazione occupata (145.600 nel 2022, contro i 151.800 del 2013 e i 152.400 del 2019; in dieci anni -6.200), dall’altra si parla di cifre in crescita rispetto allo scorso anno: +2% per quanto riguarda la popolazione attiva e +1,6% nel numero di occupati. «Il 2022 ci parla di un mercato del lavoro in recupero – spiega Schionato – con una crescita magari non entusiasmante ma comunque presente. La provincia non è ancora ritornata ai livelli prepandemici, ma le tendenze indicano il 2023 come l’anno della ripresa».
Ottimismo, dunque, ma anche uno sguardo alle criticità.
«Tra le le principali c’è sicuramente la disponibilità di risorse umane – precisa il vicepresidente della Business Unit Labour Data di PTSCLAS – tenuto conto che il sistema delle imprese ha retto all’urto del Covid: si è ristrutturata ed ora è inserita in un’ottica di ricrescita, che necessita di persone, di lavoratori. Una carenza dovuta a motivi demografici ma non solo, la cui risoluzione diventa la sfida dell’imminente futuro. Ci sono dati da mitigare e la via da intraprendere per farlo è quella di un’alleanza socio-economica che veda protagonisti tutti gli attori del territorio».
Una crescita, quella del territorio cremonese, contenuta ma da leggere positivamente anche secondo Andrea Gianni. «La situazione complessiva è di stabilità, con qualche accento positivo – evidenzia il project manager – riscontrabile nella crescita dei tassi di occupazione e di attività, che si inseriscono in un panorama dove i macroindicatori raccontano di un’economia locale complessivamente in crescita».
A preoccupare, secondo Gianni, c’è un gap sempre più marcato tra domanda e offerta. L'indagine Excelsior 2022 evidenzia, infatti, come le imprese di Cremona abbiano affrontato crescenti difficoltà nel reperire personale adeguato alle proprie esigenze, con dati che parlano di come il 44,2% delle figure siano considerate di difficile reperimento. Un aumento significativo rispetto al 2021, che supera per la prima volta la soglia del 40%, mostrando un aumento senza precedenti rispetto al 2018 e coinvolgendo una vasta gamma di figure.
«C’è tensione fra domanda e offerta – spiega Gianni – legata anche alla strutturazione della popolazione italiana, che sta invecchiando e che fatica a compiere il ricambio generazionale. La domanda delle imprese non trova risposta sufficiente nell’offerta, sono troppo pochi i lavoratori dotati delle adeguate competenze, senza sottovalutare il fatto che il territorio risente anche di un gap fra lavoratori in uscita verso altre destinazioni e lavoratori in entrata. Bisogna riflettere – conclude Gianni – sulle policy da mettere in atto per attenuare un trend che rischia di compromettere la ricostruzione post Covid».
Sempre secondo il project manager « i dati non mentono, visto che, seppur sotto la media regionale, la disoccupazione giovanile è in aumento. Così come bisogna interpretare in maniera corretta il calo della disoccupazione femminile, in realtà legato ad un tasso di partecipazione in calo».
Il tasso di disoccupazione giovanile presenta andamenti differenziati rispetto alle diverse fasce d’età. È complessivamente in aumento rispetto all’anno precedente, ma per la fascia d’età 15-24 anni il tasso di disoccupazione passa dal 9,1% del 2021 al 14,3% del 2022, con un aumento pari a circa 700 unità in valori assoluti (nel 2020 era il 21,8% e nel 2019 il 21,4%), restando comunque inferiore alla media regionale (16,4%): l’aumento si registra sia per gli uomini (+7,8%) che per le donne, sia pur in misura minore per queste ultime (+2,1%), il cui dato è fra i più bassi a livello regionale (18,2% la media regionale).
Nella fascia d’età 25-34 anni, il tasso di disoccupazione passa dal 3,9% del 2021 al 6,1% del 2022 (nel 2020 era il 9,1% e nel 2019 il 5,9%), crescendo anche rispetto alla media regionale (5,8%): l’aumento si registra per gli uomini (+2,1%) e in misura analoga per le donne (+2,3%), che presentano un tasso di disoccupazione (7,5%) in linea con la media regionale per questa fascia d’età (7,6%). Ciononostante, per quanto riguarda il tasso di disoccupazione giovanile (15-24anni) nel contesto regionale, la provincia di Cremona si colloca al 5º posto. La parola chiave, almeno secondo Schionato, è ‘partecipazione’, «sia degli studenti alla formazione secondaria e terziaria – precisa il vice presidente PTSCLAS – sia, contestualmente, in termini di tasso di occupazione partecipazione in termini di tasso di occupazione. La vera sfida dei prossimi anni è questa, a cui deve seguire una nuova fase dello sviluppo di nuove politiche per il lavoro».
Un mercato in ripresa, in un territorio che porta ugualmente i segni delle crisi ma che, secondo il vice presidente della Provincia, Giovanni Gagliardi, ha le carte in regola per uscirne: «Il nostro è un territorio relativamente poco esteso, ma che ha il vantaggio di avere una fitta rete di conoscenze, che è la nostra forza. Una collaborazione tra pubblico e privato che ha già portato e che, auspichiamo, porterà molti buoni frutti».
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