L'ANALISI
11 Luglio 2023 - 16:47
La casa cantoniera
SONCINO - Dopo la bagarre tra il Comune e l’ente provincia, con quest’ultimo che ha messo all’asta la casa cantoniera sulla Serenissima aprendo il bando alle associazioni che si occupano di accoglienza proprio nell’unico municipio che la vieta nel suo Pgt, il dibattito sull’ospitalità ai migranti si accende anche nella politica soncinese e sono subito scintille.
Ad aprire le danze è Carla Urgesi, consigliere di minoranza attiva nel volontariato: «La provincia ha ragione su tutta la linea». La replica del capogruppo di Centro Destra Soncino Giuseppe Lanzanova è altrattanto tranchant: «Facendo così non aiutate i migranti, peggiorate il problema».
Il sindaco scrive a Cremona, il consigliere delegato risponde da Corso Vittorio. E sull’accoglienza è 'guerra fredda' tra istituzioni. Ma intanto, nell’emiciclo di piazza Garibaldi, i colpi non si risparmiano e i toni, tra concittadini che si conoscono da una vita, sono molto meno prudenziali.
Urgesi, di ‘Uniti per Soncino’, incalza: «Questa variante l'ho contestata aspramente già allora, confermo la mia opinione oggi. Mettere un limite così pesante all’apertura di strutture ricettive, facendosi forza di un voto scontato per questione di numeri in un consiglio con esponenti prevalentemente di destra, è stato un errore politico e amministrativo. Ora – prosegue l’esponente della civica vicina al centro-sinistra – trovo assolutamente logico che la provincia disponga liberamente dei suoi immobili. Anche lo scopo è legittimo. Perché l’accoglienza seria con tutti i crismi, e abbiamo l’esempio vicino di Spino d’Adda, si può fare volendo. Mi preoccupa il fatto che il comportamento dell’amministrazione possa scoraggiare l’interesse del Terzo Settore».
Ma l’amministrazione è unita e sposa la linea del primo cittadino: «Credo sia importante, innanzitutto, affermare che tutti gli esponenti di maggioranza concordano con la posizione espressa dal nostro sindaco Gabriele Gallina – spiega Giuseppe Lanzanova, capogruppo di Centro Destra Soncino –. La presa di posizione non denota un disinteresse nei confronti del problema migratorio, di cui anzi siamo ben coscienti. Ma proprio per questo pensiamo che dare un tetto a una persona immigrata non sia la soluzione, bensì una toppa che apre altre falle. Sono persone che devono poi essere mantenute. Ma chi pagherà? Che lavoro potremo garantirgli? Non sarebbe meglio lavorare in un quadro più generale, partendo con gli aiuti nei loro Paesi d’origine? Se ‘i sinistri’ locali hanno delle risposte a queste domande sono ben accette. Ma credo che, se il loro scopo è quello di accogliere tutti, possano farlo benissimo nelle loro case. E non lo dico con intenti polemici, semplicemente per analizzare una questione complessa che non si può pensare di risolvere con questa superficialità».
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