L'ANALISI
09 Luglio 2023 - 15:59
Don Piccinelli
SORESINA - È la notte tra martedì e mercoledì. Sono le 2 e 40 della notte, il temporale sferza e le campane di Soresina suonano a tutto spiano. Il parroco è impazzito? No, anzi. Don Angelo Piccinelli l’ha fatto per proteggere i suoi fedeli e le coltivazioni dalla calamità naturale. E lo rivendica sul bollettino della chiesa locale. Il messaggio ai soresinesi: «Il prevosto accusato dell’inconsulto gesto ha fatto ricorso alle campane per la sua stessa indole contadina suggestionata dalla fede – ironizza l’arciprete –. L’indole contadina di cui va orgoglioso, per l’origine paesana, il contesto familiare, il carattere introverso e tendenzialmente rigido, la mentalità invincibilmente rurale».
Autoironia, ma anche dottrina: «I sacri bronzi – racconta parlando delle campane di San Siro – sono davvero sacri, benedetti dal vescovo perché il loro suono non solo richiami i fedeli alla preghiera ma diventi, esso stesso, preghiera. Anticamente – racconta il capo della chiesa di Soresina – venivano addirittura unti e consacrati con il crisma e con l’olio degli infermi. Ciascuna campana, poi, porta incisa, in elegante iscrizione latina, una specifica invocazione. Ad esempio, sul campanone di San Siro c’è scritto: Sotto la tua protezione ci rifugiamo, santa Madre di Dio. O beato Siro, vieni in aiuto al tuo popolo soresinese’. E così, a diverso titolo, tutte le altre. Ogni rintocco, pertanto, mentre si diffonde nell’aria raggiunge le nostre case, dove si lavora e ci si misura con la fatica di vivere. Ogni rintocco dà voce ad una supplica, spesso inespressa, la cui eco, tuttavia, squarcia i cieli per arrivare fino a Dio».
Il gesto, spiegato in poche, importanti, parole: «La benedizione con i sacri bronzi di San Siro ha fermato la bufera? All’evidenza no. Ma forse ha evitato il peggio – chiosa don Piccinelli –. Di sicuro, nonostante la notte fonda, ha sollecitato in tanti l’affidamento al Signore».
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