L'ANALISI
06 Luglio 2023 - 19:21
Marcello Ventura e l'ospedale Oglio Po
CASALMAGGIORE - «Oglio Po è un presidio fondamentale, intoccabile e già ripensato negli scorsi anni». A dirlo sono diversi sindaci della zona Oglio Po, come risposta alla presa di posizione del consigliere regionale Marcello Ventura (Fratelli d’Italia), secondo cui occorre «uscire dalla logica dei singoli reparti per privilegiare prestazioni specialistiche in rete con Cremona e i servizi territoriali».
Oggi hanno sottoscritto un documento i sindaci dell’area casalasco-viadanese Filippo Bongiovanni (Casalmaggiore), Nicola Cavatorta (Viadana), Luca Zanichelli (Rivarolo del Re e Uniti), Mario Penci (Tornata), Marco Pasquali (Sabbioneta), Alessandro Gozzi (Martignana di Po), Valeria Patelli (Calvatone), Pietro Bortolotti (Dosolo), Dino Maglia (San Martino del Lago), Giorgio Borghetti (Voltido), Sigrid Bini (Torricella del Pizzo), Andrea Minari (Gazzuolo), Alessandro Sarasini (Commessaggio), Vittorio Ceresini (Solarolo Rainerio) e Antonietta Premoli (Motta Baluffi).
«L’ospedale – dicono i sindaci — è e deve rimanere un ospedale per acuti, inaugurato nel 1992 con la contemporanea chiusura dei tre ospedali di zona (Casalmaggiore, Viadana e Bozzolo) con 239 letti ordinari e 27 letti di DH accreditati, PS e DEA di I° Livello (4 letti di rianimazione e 4 letti di unità di cure intensive coronariche).
Nel corso di oltre 30 anni di vita l’ospedale Oglio Po ha subito molte riorganizzazioni che hanno via via comportato una riduzione dei posti letto attivi (ora 150): ciò non deve essere valutato negativamente in quanto alla riduzione dei posti letto è corrisposta e corrisponde una moderna e migliore organizzazione sanitaria ospedaliera con organizzazione per intensità di cura, quindi il nostro ospedale è già molto più all’avanguardia di altri. Occorre ricordare che Oglio Po serve un territorio con un bacino d’utenza di quasi 100mila abitanti e spesso pazienti della Bassa emiliana. Non dimentichiamo inoltre che il nostro distretto ha già due ospedali di Comunità a Bozzolo e Viadana, con tre case di comunità e innumerevoli Rsa che offrono prestazioni sociosanitarie di livello, riabilitazioni, post acuzie».
Visto «il fisiologico turn over del personale e il deterioramento progressivo delle strutture, bisogna intervenire con adeguati investimenti». I sindaci ricordano che gli investimenti per gli adeguamenti strutturali ci sono e, «con grandi difficoltà, visto che medici e infermieri sono merce rara nella nostra nazione, si è investito anche su primariati ed organici. Noi crediamo siano proprio i primari a far la differenza, ad avere un seguito, a far scuola in alcuni casi, e giustamente ad attirare utenza, a prescindere dal luogo in cui operano. Oggi il reparto più in difficoltà è la Cardiologia, sappiamo che sono in atto dei cambiamenti e la ricerca di personale è spasmodica, ma speriamo si possa concludere in modo positivo».
Infine, i sindaci rammentano che nel 2018 veniva deliberato il rilancio della struttura a seguito della chiusura del punto nascite. Ma se «la prima fase andava in porto, rafforzando le prestazioni ambulatoriali, dall’urologia all’oculistica, dalla chirurgia bariatrica alla vasta gamma di altre attività molto funzionali, secondo una logica aziendale», la seconda fase, »che avrebbe dovuto avviarsi nel 2019 e che si basava sulla Neuropsichiatria infantile non è mai partita, nonostante delibera e finanziamento dedicato».
Contattato per una replica, il consigliere Marcello Ventura ieri era impegnato in una riunione e non ha potuto rispondere. Intanto, sulla questione prendono posizione le minoranze consiliari. Pierluigi Pasotto (Cnc) attacca: «Il consigliere regionale Ventura dimostra purtroppo di non conoscere la nostra realtà. E la cosa che più dà fastidio, leggendo, è che chiedere servizi sanitari in linea con le salate tasse che si pagano sembri quasi una pretesa da parte dei cittadini o un approccio ideologico».
Pasotto sottolinea che «una incredibile miopia regionale, unita alla scelta di favorire il Privato, come unica ragione di vita, stanno creando le condizioni per cui una parte di cittadini non sia più nelle condizioni di potersi curare; non se lo può permettere economicamente. Non si devono pretendere primari per tutto, sostiene il consigliere! In realtà i primari da noi sono quasi ufficialmente estinti. I tempi di attesa per le prestazioni ambulatoriali sono biblici, per tante occorre, da subito, spostarsi a Cremona o a Mantova o mettere mano al portafogli. Leggo che ostetricia e ginecologia stanno garantendo servizi essenziali e una gamma di attività ambulatoriali molto funzionali. Ma sul tema ricordo che due signore del territorio nel 2020 e 2021 hanno partorito per strada. Questo ospedale per il nostro territorio è fondamentale che rimanga per acuti non che diventi un cronicario».
Annamaria Piccinelli (VivaceSostenibile), dal canto suo, esprime «un plauso» alla risposta dei sindaci. Ma più che di Ventura, Piccinelli si dice preoccupata da quanto affermato dal direttore dell’Asst Giuseppe Rossi «che esalta le prestazioni ambulatoriali dell’Oglio Po, la loro crescita, la loro eccellenza e ci fa molto piacere, ma poi come sempre dietro la carota c’è malcelato il bastone». Perché «il direttore, parlando di alcuni reparti come potrebbero essere chirurgia, medicina, cardiologia dice in sostanza che loro le hanno provate tutte, ma ci sono molte difficoltà nel mantenimento e ora chiedono proposte anche agli amministratori locali. Invitiamo i sindaci a mantenere lo stesso tono con il direttore e andare a ascoltare anche il personale per capire se in fase di contrattazione l’Asst non potrebbe fare di più e se davvero sa far fruttare le sinergie con Mantova».
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