Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA

Nei guai. Dopo le ‘nozze truffa’, adesso non riesce a separarsi

Aveva patteggiato 8 mesi per il sì di comodo con un uomo che aveva ottenuto il permesso di soggiorno. Ma ora la 35enne si è innamorata davvero e non può sposarsi: il ‘marito’ pakistano è irreperibile

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

04 Luglio 2023 - 10:34

Nei guai. Dopo le ‘nozze truffa’, adesso non riesce a separarsi

CREMONA - Qualche anno fa si unì in matrimonio: un «matrimonio combinato». Allo sposo, pakistano, il «sì» con rito civile in Comune, passepartout per ottenere un permesso di soggiorno, costò 5mila euro scuciti alla sposa. Alla sposa è invece costato un patteggiamento a 8 mesi di reclusione per favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina. Ma adesso Maria (un nome volutamente di fantasia) si è innamorata davvero. E vorrebbe sposarsi con il compagno conosciuto un anno e mezzo fa. «Una relazione consolidata». Peccato che sia valido il suo matrimonio con il pakistano, tra l’altro già sposato e da tempo volato nel suo paese d’origine con moglie e figli. «Il matrimonio in Pakistan non è riconosciuto da noi, quindi la mia assistita risulta ufficialmente sposata in Italia con il signore pakistano», ha spiegato l’avvocato Ugo Carminati. È il legale, al quale Maria si è presentata in studio. «Avvocato, mi voglio sposare, ma c’è questa cosa». «L’amore va sempre tutelato», l’ha butta lì l’avvocato che si è subito dato da fare per sbrogliare la matassa. Sta raccogliendo tutta la documentazione, compreso il carteggio sulla maxi indagine della Guardia di Finanza dei matrimoni combinati.

Storia di una ventina di nozze, le prime celebrate il primo marzo del 2014, le ultime il 28 ottobre del 2017, al di qua e al di là del Po: Cremona, Gadesco Pieve Delmona, Castelvetro Piacentino, Fidenza, Salsomaggiore, Busseto e Alseno (Piacenza). Per la Procura, venti matrimoni falsi (sei celebrati in città) per un totale di 44 imputati, tra organizzatori, intermediari, sposi, spose, testimoni degli sposi, interpreti degli sposi, persino qualche parente dello sposo. Un business stroncato dalle Fiamme Gialle con gli investigatori che intercettarono numerose telefonate, filmarono e pedinarono gli sposi. Dopo il matrimonio civile, ognuno andava a casa propria. Tanti saluti e grazie. C’è il caso di due freschi sposi che, dopo il «sì», uscirono dal Palazzo del Comune: lui girò l’angolo e si infilò in un bar, lei andò a far spesa al centro commerciale in compagnia di un’amica. Suggellate le nozze, il certificato veniva successivamente presentato nelle questure di competenza, quella di Cremona o di Parma.

Il marito pakistano di Maria già viveva nel Cremonese con moglie e figli. «Ma dopo il matrimonio, pare che sia rimasto in Italia per poco tempo, poi è partito per il Pakistan con la sua famiglia», spiega l’avvocato Carminati. Raccolta la documentazione, il legale preparerà la causa di separazione «che si può fare anche in contumacia. Il carteggio lo invierò all’ultima residenza in Italia del pakistano, ma, lo ribadisco, la separazione si può fare in contumacia». L’obiettivo del legale «è di riuscire ad ottenere la separazione il prossimo autunno, il divorzio in primavera. E confido anche di essere invitato al matrimonio».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400